Roma Radio: la cosa più bella e la cosa più brutta della stagione.
La cosa più bella la vittoria nell’ultima partita per cui siamo in Champions League e secondi. La cosa più brutta non la so, preferisco sempre tenere in mente le cose belle.
Roma TV: il primo bilancio della stagione?
C’è ancora una partita domani, partita che intendo vincere. E’ l’ultima del campionato e non abbiamo più obiettivi, ma domani è una gara e voglio che i miei facciano il loro lavoro, in casa di fronte ai nostri tifosi. Oggi mi aspetto che si parli di bilancio. Siamo primi del nostro campionato, perché come ho detto nell’ultima gara la Juventus è fuori concorso, lo sta dimostrando, ha l’abitudine di vincere, ha una potenza economica e sportiva e di mentalità superiori alle nostre, basti guardare i risultati, sono lontani da raggiungere e noi siamo secondi dietro loro. Il nostro obiettivo era qualificarci in Champions: meglio dal secondo posto che dal terzo. Non è mai scontato essere in Champions League: vediamo negli altri campionati chi si giocherà questi spareggi. Abbiamo preso esperienza, abbiamo avuto un girone di ferro dovuto al fatto che eravamo quarta urna: in Europa partiamo da quasi niente. Il nostro obiettivo è fare esperienza e noi cercheremo di essere in terza urna non dal prossimo anno, ma da quello dopo. A 30′ della fine del girone di Champions eravamo qualificati, ricordo, contro i Campioni di Germania, Russia e Inghilterra. Vedremo l’anno prossimo, dipenderà da mezzi e sorteggio. Dopo sappiamo che una stagione non è mai un lungo fiume tranquillo. Ci sono state difficoltà che sono stati momenti in cui c’era la Coppa d’Africa, in cui avevamo meno giocatori, in cui c’erano tante gare dove era possibile fare meglio, ma con meno giocatori, quelli che c’erano erano stanchi. Da febbraio a marzo abbiamo avuto un brutto periodo. Abbiamo superato le difficoltà, perché quando una squadra è 34 volte seconda e 3 volte terza e vicina al campionato, vuol dire che il gruppo è fantastico, che siamo tutti uniti. Altrimenti non è possibile superare i momenti difficili e sorpassare di nuovo la Lazio. Per ora va bene così.
Sky Sport. La Juventus è una potenza: visto che in questi giorni stanno comprando Dybala e Khedira, non c’è il rischio che si giochi solo per il secondo posto?
Il prossimo anno temo che sarà superiore il gap. Hanno lo stadio, hanno fatto tanti soldi in Champions: per noi con lo stadio cambierà tanto, ma per ora ce l’hanno solo loro. Sarà difficile anche per il Fair Play FInanziario. Non cambia niente però: io sono qui per vincere. La logica della potenza economica della nostra lega ci dice che la Juventus è fuori concorso, lo dicono questi ultimi 4 anni.
Lei è molto esigente: dopo due anni qual è l’aspetto in cui questa squadra non ha estratto il massimo?
Penso che ci siamo superati sul fatto che quando sono arrivato lo scorso anno l’obiettivo era andare in Europa League, quest’anno era differente. L’anno scorso stagione troppo bella, record di punti e secondi. Con il traguardo dello scorso anno tutti voi avete fatto della Roma una candidata allo Scudetto e la stagione ha dimostrato che divisa è troppo grande per noi. Non serve illudere la gente, lo dico e lo dovete capire: c’è una grande differenza fra obiettivi e ambizione. L’ambizione mia e del Presidente, che è fantastico ed ha grandi aspettative per la sua Roma, ma anche lui sa che basta andare in città e vedere la bellezza di questa città e capire che Roma non si è fatta in un anno. E l’AS Roma è uguale: non basta un anno, ci vuole tempo, stiamo crescendo. Dobbiamo fare il massimo ed essere ambiziosi. Gli obiettivi devono andare di pari passo con i mezzi del club: dal punto di vista economico siamo la quinta potenza, non era scontato essere secondi.
Corriere dello Sport: la Juventus ha confermato un gruppo solido. Lei ha chiesto di mantenere il nucleo principale della squadra e di aggiungere giocatori?
Stiamo lavorando su queste cose, ma giovedì ho un appuntamento importante a Londra con il Presidente e lì avremo più parametri per preparare la prossima stagione. Le cose sono chiare, quando sono arrivato dovevamo vendere per comprare e penso che sarà così, ma su questo punto possono parlare solo i dirigenti. Bisogna sapere dove siamo, cosa facciamo, come vogliamo crescere. E’ la strada giusta, giocare la Champions è bello ed è una vetrina, quello della Roma è un gran progetto, tra i migliori a livello europeo. Non possiamo bruciare le tappe però, dobbiamo salire la scala step by step, perché se non puoi permetterti di fare un passo lungo, poi retrocedi. A metà stagione giocavamo anche bene, poi è stato difficile, ma abbiamo dimostrato di saperci adattare e trovare in questa squadra le risorse per vincere. La ricompensa è stata la gioia del Derby, condivisa con i tifosi.
Corriere della Sera: il miglior marcatore è Ljajic con 8 gol e solo altre due squadre hanno una punta con così pochi gol. La punta è la prima richiesta che farà?
Siamo 18 giocatori ad aver segnato almeno un gol e rispetto allo scorso le cose non sono differenti. Tutti possono sognare con noi: meno gol su calci piazzati, meno gol in attacco ed è vero che dobbiamo migliorarlo. Sia con chi abbiamo, perché devono migliorare, anche se per arrivare secondi non è possibile che ci sia qualcuno che non abbia fatto bene, altrimenti non possiamo arrivare secondi. Sul piano offensivo ci sarà da riflettere e da vedere se ci sarà qualcosa da fare in questo reparto. Ogni squadra che ci somiglia vorrebbe Lionel Messi nella propria rosa, con i suoi 40 gol, ma bisogna fare con i nostri mezzi e vediamo cosa potremo fare. Lo decideremo con la dirigenza.
Gazzetta dello Sport: la Roma non è fra i top club europei, ma sono arrivati diversi trofei negli ultimi anni. Ora vi siete assestati al secondo posto, avete il secondo monte ingaggi. Il quinto anno, disse Pallotta nel 2011, si sarebbe potuto vincere. A inizio anno i dirigenti parlarono di vincere trofei. La prossima stagione pensa possa essere la stagione buona per vincere?
Questa domanda è una domanda per il Presidente. Parla di dichiarazioni del Presidente, riguarda lui e la dirigenza.
Centro Suono Sport: sta mandando un messaggio alla società? Il prossimo anno lei allenerà la Roma? Le è stato promesso qualcosa?
Niente mi è stato promesso, sono sotto contratto e sto lavorando per la prossima stagione. Giovedì saprò di più. Nessun messaggio alla società, sono fatti, solo fatti. La cosa che mi anima è che sono stupito che questa squadra, la mia squadra, essendo seconda tutto il campionato, sia stata criticata per tutto l’anno e per un dato momento criticata anche dai nostri tifosi. Com’è possibile che accada una cosa così, se siamo secondi in campionato? Per questo dico, non serve illudere la gente. I nostri tifosi sono intelligenti, lo hanno dimostrato: quando abbiamo perso in Champions ci sono stati dietro e nei momenti in cui era importante avere il sostegno di tutti non abbiamo avuto il sostegno. Quando va tutto bene, è inutile avere il sostegno. Forse i tifosi sono stati influenzati dalle critiche della stampa. Non è normale, non mi è piaciuto per niente essere criticati in quel modo da secondi, per una squadra come la nostra. Bisogna avere chiare le nostre possibilità, non voglio vivere di nuovo queste sensazioni. Spero che in futuro avremo possibilità immensa, non lo so, vedremo con il Presidente.
TRS: Ha mai avuto paura di perdere il secondo posto?
Mai. Sapevo che nella difficoltà esce la qualità di un gruppo. Quando tutto va bene, è facile continuare a fare tutto bene, nella vita e in ogni cosa è così: i veri uomini si vedono nei momenti difficili e io sono fiero dei miei uomini. Sono tutti uniti: ci dobbiamo difendere l’un l’altro, tutti insieme. E dobbiamo continuare a farlo. E’ normale avere momenti difficili e i nostri tifosi devono sapere che abbiamo bisogno di loro. Non è normale che abbiamo fatto risultati migliori fuori casa, segno che vincere in casa era difficile e questo non è normale. Secondo me abbiamo la miglior tifoseria, la Curva Sud è fantastica. Voglio che sappiano che con loro siamo più forti, senza loro è difficile. Complimenti alla mia rosa che ha finito la stagione alla grande quando non era facile e scontato.