Pradè, se ci sei batti un colpo…

(BLOG AS ROMA – PRADE SE CI SEI BATTI UN COLPO – FORZA-ROMA.COM) – Ai tempi del liceo, il mio obiettivo primario era quello di ritardare il più possibile le interrogazioni. Alla fine del quadrimestre, però, le materie da studiare erano così tante che, inevitabilmente, mi toccava mollare qualcosa. I professori, dal canto loro, un po’ per esigenze di registro, un po’ indispettiti dalla mia condotta, davano, sul finale, precedenza ai miei compagni di classe ed ecco che l’insufficienza scattava inesorabile. Ricordo un due in geografia astronomica, al quinto anno, che ancora grida vendetta. Cosa c’entrano le mie reminescenze scolastiche con la Roma? Semplice. Quando leggo che la squadra giallorossa conta tra le proprie fila ben undici giocatori in scadenza di contratto a giugno 2010, ripenso a qualcosa di molto simile alle mie scelleratezze studentesche. I nomi sono noti; li elenco, in rigoroso ordine alfabetico, esclusivamente per completezza espositiva. Si tratta di Arthur, Cassetti, Esposito, Greco, Julio Sergio, Perrotta, Pit, Pizarro, Taddei, Tonetto e Totti. Le norme federali prevedono che ciascuno dei giocatori annoverati, a partire da gennaio, potrà discutere del nuovo contratto con qualsiasi club, indipendentemente dal preventivo assenso, dalla volontà e dalle intenzioni della società di appartenenza. Paradossalmente, a fronte di un esodo di massa, la Roma, il prossimo anno, faticherebbe ad assoldare undici giocatori da mandare in campo. A questo punto, è chiaro che la dirigenza lavorerà sulle priorità: il contratto di Pit non vale quello di Totti, così come il contratto di Greco non vale quello dei vari Perrotta, Pizarro o Taddei. Tuttavia, ancora una volta, il direttivo romanista non ha ostentato una cura d’interessi virtuosa ed oculata. Generalmente, anche quando si decide di fare a meno di un calciatore, si tende a monetizzarne la dipartita, per quel poco che si riesca a racimolare. Quando, poi, l’atleta rientra nei piani tecnico – tattici della società, la corsa affannosa al rinnovo, pone il club in una posizione strategicamente penalizzante. Quelli dell’ultimo momento pagano sempre un tributo pesante. Per questo, la gestione dei contratti andrebbe pianificata e scaglionata con una tempistica più valida. Ed invece, in data 10 ottobre 2009, ancora si attendono segnali di vita. Ove mai la spiegazione di un atteggiamento del genere risiedesse nel fatto che, oltre a non avere la possibilità di tesserare nuovi calciatori, quand’anche svincolati, non abbiamo più nemmeno i mezzi per rinegoziare il rapporto contrattuale con gli atleti attualmente in rosa, la situazione apparirebbe decisamente preoccupante. 

Condividi l'articolo:

29 commenti su “Pradè, se ci sei batti un colpo…”

  1. LA RICOSTRUZIONE La sua ricostruzione abbraccia la gestione societaria nel periodo in cui è stato nel cda romanista. Ovvero, fino al 2000. Fino all’ingresso della Roma a Piazza Affari. Uno spartiacque fondamentale. «Sensi ha comprato la società per 100 miliardi (50 per liquidare Ciarrapico, 50 a Mezzaroma, ndr). Diciamo che poi ne ha spesi altri 150 fino al 2000. Perfetto. Con la quotazione della Roma, Sensi ha immesso sul mercato 13 milioni di titoli, il 29% del pacchetto azionario. E ha così incassato 170 miliardi di lire. Denaro che è andato parzialmente a reintegrare gli investimenti degli anni precedenti. Ma non solo, e qui arriviamo al passaggio chiave. Quotando la Roma, l’intero pacchetto azionario è stato valutato 554 miliardi. Detratti i 170 miliardi acquistati dal mercato, ai Sensi è rimasto un valore in azioni di oltre 300 miliardi (384, per la precisione, ndr)». Azioni che si sono deprezzate quasi subito. «Ma solo per i piccoli azionisti – avverte Lubrano -, non per la proprietà. Per i Sensi, i due terzi della Roma valgono sempre la stessa cifra. Ovvero, più di 300 miliardi di lire. Che poi sono quasi 200 milioni di euro». Spieghiamo. È chi vende che fissa il prezzo. Chi vuole la Roma, deve spendere il valore che nel 2000 era stato determinato per i due terzi dei Sensi. Appunto, 380 miliardi. «Intendono recuperare – sottolinea Lubrano – il più possibile. Vendendo a un prezzo superiore ai 200 milioni di euro, la famiglia rientrerebbe ampiamente di tutto quello che ha speso per la Roma».
    Che ne pensate?

    Rispondi
  2. [quote comment=”111401″]REDAZIONE scusate se c’entra poco con l’articolo, ma mi chiedo: perchè non fate anche degli articoli sulla Nazionale? Cioè voglio dire, siamo Italiani o no? Ieri abbiamo raggiunto un traguardo importante, la possibilità di andare a difendere il nostro titolo mondiale fra un anno in Sudafrica, allora perchè non fare un bell’articolo su questo?
    Questo è un sito Romanista, lo so, ma ricordiamoci che oltre ad essere ROMANISTI siamo anche ITALIANI!!!!!

    Spero che accetterete il mio consiglio :1:[/quote]
    ah ma quella che ha giocato ieri era l’Italia??? io pensavo era la Juve, avevo visto il bianco e il nero. è vero abbiam tagliato un traguardo importante in un girone che faceva ridere. visto che siamo italiani facciamo i complimenti a francesco rocca e all’under 20 che ha raggiunto buoni livelli in un mondiale che le nostre squadre han boicottato e abbiam giocato con calciatori di serie c. siamo l’unico Paese dove l’europeo under21 è più importante del mondiale under20. cmq tornando a rocca è un allenatore sottovalutato… sono anni che raggiunge ottimi risultati nelle nazionali giovanili e nessuno lo segnala, a differenza dello juventino sulla panchina dell’Italia

    Rispondi
  3. [quote comment=”111402″]VIA ROSELLA – VIA BENDONI – VIA MARRA – VIA PRADE’
    VIA TUTTI QUELLI CHE HANNO DIMOSTRATO DI NON ESSERE ALL’ALTEZZA DI RICOPRIRE UN RUOLO NELLA ROMA E QUELLI CHE FANNO SOLO I LORO INTERESSI.

    A FINE STAGIONE VORREI:
    – UNICREDIT CHE FA LA BANCA E IMPONE ALLA SENSI LA CESSIONE DELLA ROMA;
    – UNA NUOVA PROPRIETA’ CHE NON SIA FATTA DI PALAZZINARI ROMANI INTERESSATI SOLO AL PLUSVALORE DA IMMOBILI RIVALUTATI.
    – UNA NUOVA PROPRIETA’ FATTA DI SOLDI E COMPETENZE STRANIERE IN GRADO DI REALIZZARE UN PROGETTO DI DIFFUSIONE PLANETARIA DEL MARCHIO ROMA;
    – UN GRAZIE A RANIERI E POI LO SALUTIAMO;
    – IL RITORNO DI CARLETTO ANCELOTTI;
    – LO TSUNAMI TECNICO CHE SE PORTA VIA MEZZA SQUADRA E LA RIMPIAZZA CON GIOCATORI FORTI E MENO FORTI MA TUTTI CON VOGLIA E PALLE.

    IO VOGLIO VINCE’ LA CHAMPIONS PERCHE’ SE CE SEMO ARRIVATI NA VORTA IN FINALE CE POTEMO RITORNA’.

    E’ DA25 ANNI CHE ME RODE ERCULO………. STA COPPA LA DOVEMO DA ARZA'[/quote]
    bravo

    Rispondi
  4. Grazie DinoViola1983 per le parole che hai scritto hai riassunto perfettamente il mio stato d’animo, per quanto riguarda Pradè un colpo battilo ma in testa così può darsi che dimentichi la starda di Trigoria e sparisci

    Rispondi
  5. VIA ROSELLA – VIA BENDONI – VIA MARRA – VIA PRADE’
    VIA TUTTI QUELLI CHE HANNO DIMOSTRATO DI NON ESSERE ALL’ALTEZZA DI RICOPRIRE UN RUOLO NELLA ROMA E QUELLI CHE FANNO SOLO I LORO INTERESSI.

    A FINE STAGIONE VORREI:
    – UNICREDIT CHE FA LA BANCA E IMPONE ALLA SENSI LA CESSIONE DELLA ROMA;
    – UNA NUOVA PROPRIETA’ CHE NON SIA FATTA DI PALAZZINARI ROMANI INTERESSATI SOLO AL PLUSVALORE DA IMMOBILI RIVALUTATI.
    – UNA NUOVA PROPRIETA’ FATTA DI SOLDI E COMPETENZE STRANIERE IN GRADO DI REALIZZARE UN PROGETTO DI DIFFUSIONE PLANETARIA DEL MARCHIO ROMA;
    – UN GRAZIE A RANIERI E POI LO SALUTIAMO;
    – IL RITORNO DI CARLETTO ANCELOTTI;
    – LO TSUNAMI TECNICO CHE SE PORTA VIA MEZZA SQUADRA E LA RIMPIAZZA CON GIOCATORI FORTI E MENO FORTI MA TUTTI CON VOGLIA E PALLE.

    IO VOGLIO VINCE’ LA CHAMPIONS PERCHE’ SE CE SEMO ARRIVATI NA VORTA IN FINALE CE POTEMO RITORNA’.

    E’ DA25 ANNI CHE ME RODE ERCULO………. STA COPPA LA DOVEMO DA ARZA’

    Rispondi
  6. REDAZIONE scusate se c’entra poco con l’articolo, ma mi chiedo: perchè non fate anche degli articoli sulla Nazionale? Cioè voglio dire, siamo Italiani o no? Ieri abbiamo raggiunto un traguardo importante, la possibilità di andare a difendere il nostro titolo mondiale fra un anno in Sudafrica, allora perchè non fare un bell’articolo su questo?
    Questo è un sito Romanista, lo so, ma ricordiamoci che oltre ad essere ROMANISTI siamo anche ITALIANI!!!!!

    Spero che accetterete il mio consiglio :1:

    Rispondi
  7. Ma Padrè è un INCOMPETENTE DORMIENTE!!! Finchè siamo in tempo bisognerebbe prendere Marino!Il figlio sta in classe con me e dice ke non è da escludere… MA MAGARIIIIIIIII

    Rispondi
  8. eh si, troppo facile, tutti a sparà sulla croce rossa, cerchiamo di essere ottimisti, cerchiamo di vedere il bicchiere mezzo pieno, pradè avrà anche lui delle qualità, sennò mica lo mettevani lì, secondo me ha dei bellissimi capelli, magari ce li avessi io…

    Rispondi
  9. Curci, Amelia, Rosi, Bovo, Blasi, Galloppa, D’Agostino, Pepe e quanti altri…totalmente all’alltezza ma appena venuti fori dar settore giovanile subito venduti…avrebbero risolto quasi tutti i nostri problemi…per poi non parlare di cassano, chivu, mancini, etc venduti ai saldi perche altrimenti li perdevamo a costo zero….lo sappiamo che sta dirigenza è del tutto incompetente e che ci mangia come pochi…disonore de sta maglia

    Rispondi
  10. Mi permetto di farvi leggere un articolo del Romanista, che ci fa capire in che condizioni versiamo… altro che stadio:
    UN BILANCIO SOTTO L´ALBERO
    Il Romanista – Che cosa troverà la Roma sotto l’albero? Di certo non un nuovo stadio, né un centravanti. Qualche grossa novità invece sì, altrettanto certamente. Non ingannino i silenzi di questi giorni: Rosella Sensi con la bocca cucita, dopo lo show ispirato al sogno-Massimina; muti gli altri protagonisti della scena giallorossa, dalle banche agli imprenditori interpellati per complesse cordate. Dietro tanta calma apparente, ribolle però un turbinio di contatti febbrili, di colloqui serrati, di appelli accorati. Tutto, assai prima che sull’erba malata di Trigoria, ruota attorno all’Italpetroli. Al colosso dai piedi d’argilla che frana ormai su sé stesso, che implode schiacciato sotto il peso terrificante dei debiti. Unicredit, dopo le sue mille incertezze (e le pressioni sicuramente C ricevute sul fronte politico) ha ormai messo in moto la macchina spietata dei decreti ingiuntivi, che raggiungeranno in tempi brevissimi il raggelante status dell’esecutività. Scatteranno presto, così, i pignoramenti su tutti gli asset della holding, Roma esclusa. Una procedura di legge, che ovviamente non consegnerà materialmente alla banca di Profumo il possesso degli impianti di Civitavecchia, né dei terreni di Torrevecchia o di altri gioielli di famiglia (Sensi). Dal punto di vista pratico, le diverse proprietà verranno affidate al controllo degli attuali amministratori, in attesa di una vendita – peraltro complicata – che possa ripianare almeno in parte la spaventosa esposizione del gruppo nei confronti degli istituti di credito: a oggi, oltre 400 milioni di euro.
    Va detto subito, per chiarezza, che gli asset in questione, a fronte della realtà attuale del mercato, valgono infinitamente meno delle cifre di iscrizione a bilancio. A essere ottimisti, ma il momento è quello che è, si raccoglierà poco più di un quarto di quanto servirebbe a coprire i debiti. D’altro canto, la banca non aveva alternative. L’inasprimento della pressione sui Sensi, prima ancora che dal piano di rientro da loro sempre disatteso, è ormai diventato un obbligo di fronte agli azionisti. Italpetroli è così a un passo dalla liquidazione. Un’ipotesi che, paradossalmente, fa sprofondare nell’ansia tanto la famiglia Sensi quanto lo stesso istituto creditore: se l’ormai ex colosso dello stoccaggio finisce in pezzi, Unicredit (che lo controlla al 49 per cento) rischia di perdere tutto. Il redde rationem pare alle porte: a fine novembre la Roma approverà un bilancio sostanzialmente positivo, ancora in grado di godere dei benefici influssi degli introiti relativi all’ultima stagione di Champions League. Ma in compenso di qui a giugno 2010 dovrà cercare di coprire lo sbilancio a suo tempo indicato: tra i 35 milioni che servono per non finire sott’acqua e i 20 incassati al mercato estivo (la cessione di Aquilani al Liverpool), ballano appunto 15 milioni, mica spiccioli. Altro che sogni di mercato a gennaio, altro che progetti-Cavani o Toni: per far quadrare i conti bisognerebbe fare ancora cassa, cedendo e abbattendo ancora il monte-ingaggi (capito perché il contratto di Totti è ancora fermo?), senza effettuare operazioni in entrata, se non a zero euro… Ecco allora la sorpresa di Natale. Certa, più che possibile. Di qui a meno di tre mesi, diciamo entro settanta-settantacinque giorni, la situazione sul fronte finanziario va risolta un volta per tutte. La banca deve rientrare. In che modo? Cercando di vendere la Roma, rispondono a casa Profumo. Costruendo una cordata che dia ossigeno e nuove prospettive ai proprietari, la replica di casa Sensi. Si spiegano in questo modo gli agitati silenzi delle ultime settimane. Di qua una banca che aspetta i pignoramenti tremando all’idea che Italpetroli si sbricioli come un grissino e, al tempo stesso, chiede – soprattutto all’estero – manifestazioni di interesse per l’unico asset del gruppo di valore reale (la Roma, appunto); e pare che qualcosa si sia già palesato, sul fronte dei fondi americani. Di là Rosella Sensi che, presentato il suo rendering-stadio (più corretto chiamarlo così, piuttosto che progetto: una sofisticata espressione di grafica tridimensionale), cerca disperatamente partner che la sostengano. Soci che le consentano di trovare ossigeno – leggi: milioni di euro – in cambio della spartizione del business-Massimina. Che insomma la mettano nelle condizioni di rendere operativo un progetto nel quale non ha creduto nessuno, non solo gli ormai celebri “nemici della Roma”. Prova inconfutabile, l’assoluta immobilità registrata sul mercato borsistico all’annuncio del sogno del “Franco Sensi”. Se qualcuno avesse davvero ritenuto possibile che un club diventasse in prospettiva più ricco per centinaia di milioni, il titolo-Roma sarebbe schizzato in alto come un tappo di champagne.

    Più che nei giorni dell’effetto-Soros. Invece, tutto fermo. Il guaio, per il presidente della Roma che cerca disperatamente risorse quanto in fondo per lo stesso Unicredit che altrettanto disperatamente deve recuperarne, è che tra tante voci di possibili aspiranti soci l’unico interlocutore attendibile resta Francesco Angelini. Il solo ad aver messo sul tavolo un’offerta vera, peraltro assai lontana dal coprire l’entità del debito di Italpetroli, oltre che dalle richieste di proprietari mai troppo convinti di dover cedere. Così, se la banca teme di incassare poco (Angelini ha parlato di 140-150 milioni per il 67 per cento delle azioni in mano ai Sensi), gli stessi Sensi non possono essere entusiasti della prospettiva: perché non amano l’industriale farmaceutico, soprattutto perché questi ha più volto ribadito di essere interessato alla totale acquisizione della Roma, non alla sua gestione in partnership. Non per niente Rosella Sensi nelle ultime settimane ha battuto soprattutto la pista dei costruttori. Ottenendo peraltro, a parte la colorita (e interessata) offerta di Scarpellini, proprietario dei terreni della Massimina e a sua volta uomo di mattoni e cemento, soltanto l’appoggio di Massimo Mezzaroma: «Formiamo una cordata di imprenditori che, partendo dalla realizzazione di un nuovo stadio, fornisca un aiuto concreto alla Roma; la cui proprietà dovrebbe rimanere sotto il controllo di maggioranza dei Sensi, che hanno mostrato uno spirito di sacrificio immenso per il club». Una strada lunga, complicata, altre volte miseramente fallita: ricordate quanto imprenditori romani, Danilo Coppola a parte, accettarono di affiancare questa proprietà nei giorni amari della ricapitalizzazione? Ancora più complicata è del resto la partita a scacchi ormai avviata tra i Sensi e Unicredit. Troppe necessità sembrano non coincidere più, mentre all’interno dello stesso istituto sta montando una corrente che chiede a Profumo per quale ragione, anziché mettere effettuare pressione sugli altri asset di Italpetroli, non si sia inquadrato nel mirino del pignoramento Roma 2000, la società che controlla appunto l’As Roma. Sotto l’albero, anzi sotto la banca, chi crepa?

    Rispondi
  11. Bravo Prade’, questo dimostra che sei stato incompetente a scuola come ora lo sei nel lavoro.Forse per non arrivare con dieci giocatori a fine contratto sarebbe il caso di pensarci prima,magari rinnovandone due per volta.Ma e’ possibile che noi non riusciamo mai a monetizzare una vendita se non dimezzando i prezzi?o addirittura vanno via gratis?E adesso che cosa si fa con Perrotta,Pizarro,Taddei e soprattutto Totti?
    Perche’ tanto il resto se ne andra’ senza che noi becchiamo un euro.Voi pero’ vi siete parato il C.u.l.o. con il contratto.Siete solo una societa’ di incompetenti, a cominciare dal presidente.
    ROSELLA VATTENE TU E TUTTO IL TUO GREGGE.

    Rispondi
  12. Pradè d kalcio nn ha mai kpt 1 kazzo è inkapace totale e se nn gli dai almeno 3Omil cm l’ anno skorso nn fa merkato e la dimostrazione è stata qst anno : Cruz se lo è fatto skappare ed era svinkolato invece avrebbe speso 1Omil x 3segaccia e poi va a sputtanarsi dal Real Madrid x kiedere 1 morto cm Van Nistelrooy in prestito poi nn dimentikiamo l’anno skorso ke si è fatto lasciare skappare Zarate e poi x kolpa sua Burdisso riskiava d nn venire dato ke lui litiga cn ttt i prokuratori
    almeno Rosella x qnt nn possa avere 1 soldo ha i supporti politici Pradè invece ke ha???purtroppo Baldini nn torna finké c sarà qst proprietà e Rosella nn può inventarsi i soldi ke mankano x ripianare il debito se vende la Roma a 2OOmil
    kmq la mankata firma del contratto mi fa tornare a pensare al contratto d Panucci : se ne parlava da agosto e poi è finita ke Panucci si è skocciato adesso voi direte ke è impossibile vedere ke Totti nn è + della Roma ma sembrava impossibile anke ke Panucci indossasse 1 altra maja spero ke nn riakkada x Totti poi certamente il Capitano se venisse svinkolato finirebbe la karriera nn giokerebbe mai in 1 altra squadra

    Rispondi
  13. questa si che è pianificazione ….del fallimento della società , comunque mi sembra che a pradè il contratto è stato rinnovato l’importante e quello non vorrei perdermi un D. G. così

    Rispondi
  14. hai ragione gerardo, però devi ammettere che abbiam fatto un passo in avanti, se prima almeno li vendevamo a poco prezzo perchè erano all’ultimo anno di contratto(mancini e chivu su tutti) ora abbiam deciso di darli via gratis.
    Anche se concordo sull’inutilità del nostro direttore sportivo, permettimi di dire che sui rinnovi contrattuali non è che lui c’entri molto; se la società è senza un euro non può mica cacciarli lui. Di quei giocatori in scadenza di contratto forse solo pizarro e perrotta hanno un minimo di mercato,a molti non glielo rinnoverei a parte il capitano ovvio.
    PS: cmq non dare la colpa ai professori “dispettosi” se avevi due in geografia astronomica…diciamoci la verità geografia astronomica era proprio una materia pallosa. aaaaaa bei tempi quelli dell’ultimo anno in cui si studiava geografia astronomica, nel mio caso è stato l’anno dello scudetto.tornerei a studiare pure quello per rivincerlo di nuovo

    Rispondi
  15. nn vi preoccupate l’innominabile e l’addormentato pradè hanno pianificato tutto ….loro sono dei grandi programmatori….lo abbiamo visto ad agosto quanto sono bravi…..ce lo dimostreranno anke a gennaio

    Rispondi

Lascia un commento