Miralem Pjanic è stato intervistato stamattina dal Corriere dello Sport. Ecco i passi principali dell’intervista:
SULLO SCUDETTO
“Ce la metteremo tutta, contro l’Inter abbiamo sofferto ma c’è tempo per aggiustare le cose e trovare la condizione. Vogliamo vincere lo scudetto, il livello si è alzato anche con alcuni giovani che capiscono il calcio ed hanno tanto talento. Pooi il gruppo è cambiato poco rispetto al passato e saremo li a giocarcela. Sarà il campo a dare le risposte”.
SUL SUO PRESUNTO ADDIO NEI MESI SCORSI PRIMA DEL RINNOVO
“Credo nel progetto della Roma ed in questo allenatore. Ho ascoltato il cuore ed ho rinnovato, potevo andare a guadagnare più soldi ma voglio giocare dove sono felice”.
SU BENATIA
“Non so quali problemi ci siano ma avuto sempre intenzioni uguali alle mie ovvero rimanere. La Roma ha investito molto su di lui ed il gruppo lo sa bene: la squadra è con lui. Non vedo i motivi per cui debba andare via. Poi siamo vicini di casa, parliamo francese, siamo musulmani, abbiamo tante cose in comune”.
SUL SUO IDOLO
“Zinedine Zidane e mi spiace non averlo incontrato a Dallas, era impegnato con il Real Madrid B”.
SUL GOL DA CENTROCAMPO CONTRO IL MANCHESTER UNITED
“La devi immaginare prima per farla. Ho avuto un passaggio veloce di Nainggolan e gli avversari non hanno avuto il tempo di togliermi spazio. Ho provato senza calcoli”.
SULLA BRAVURA SOTTO PORTA
“Il gol non è mai determinante nella mia visione del calcio ma posso imparare. Puoi essere utile in tanti modi ma la scorsa stagione avrei potuto segnare cinque o sei volte in più”.
SU ZEMAN CHE SOSTENEVA NON DIFENDESSE MOLTO
“Non la vedo così, a aveva una certa idea di calcio e so se sia un grande allenatore o meno, lo possono dire gli altri: ci sono le classifiche…. Il feeling non è scattato con tanti di noi, mi creda. Lavoravamo tanto, lavoravamo duro, ma senza piacere. Con Garcia è tutto diverso: ti parla, ti ascolta, ti domanda. La sua umanità è importante. Con Zeman non esisteva questo rapporto”.
SUGLI ALTRI ALLENATORI DEL PASSATO
“Luis Enrique che mi ha insegnato a vedere il calcio in un altro modo: movimenti, tattica, mentalità. Non ha avuto tempo e la pazienza per avere successo nella Roma ma lo seguivano tutti”.
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