Altro appuntamento importante della nostra rubrica “L’ora del mercato“. Dopo l’intervista a Bortolo Mutti, Andrea De Carlo ha raggiunto anche Franco Colomba, ex allenatore del Parma ed ora alla guida del Pune. Ecco l’intervista integrale all’esperto allenatore!
Partiamo dall’ultimo evento sportivo importante, in ordine cronologico, riguardante il calcio: i mondiali. Che campionato del mondo è stato quello brasiliano?
“È stato un campionato che ha sancito una crescita proveniente dal basso. Han fatto vedere buone cose Stati Uniti, Belgio, Costa Rica e Algeria. È una crescita partita da lontano che sta cominciando a dare i suoi frutti. Poi ci sono state delle delusioni, con la Spagna che ha concluso un ciclo e l’Italia che è incappata in dieci giorni no, anche se non era uno squadrone“.
Secondo lei i premi attribuiti a Messi e Pogba rispettivamente per miglior giocatore e miglior giocatore giovane del torneo sono stati assegnati ai giocatori giusti?
“Per Messi credo sia un premio alla carriera, anche se ha ancora tanto tepo davanti. Certo, anche da lui ci si aspettava di più. Non riconoscergli qualcosa nell’ambito mondiale era comunque sbagliato. È pur sempre arrivato in finale e ha condito le sue prestazioni con gol e assist. Pogba è un giovane di qualità e anche se la sua squadra è stata eliminata prematuramente, ha fatto vedere buone cose. Assegnari premi a questi due giocatori non credo dunque sia un delitto“.
Parlando di Roma invece, un suo giudizio su mister Garcia?
“Quando un allenatore straniero arriva in italia e si propone con autorevolezza in questo modo, credo sia un personaggio di livello. Quando è arrivato in Italia ha capito quali erano le problematiche e le ha risolte, perché poi alla fine la grande partenza che ha fatto ha testimoniato proprio questo. Il campionato della Roma è stato strepitoso, anche se ci si è trovati davanti ad una Juve disumana. Garcia inoltre ha trovato un’ottima alchimia a centrocampo, sapendo oltretutto valorizzare giocatori del calibro di Pjanic, Totti e Strootman“.
Quest’anno la compagine giallorossa strutturerà il ritiro in modo un po’ diverso dall’ordinario. Partirà infatti, dopo sei giorni di allenamenti a Trigoria, alla volta dell’America per fare quattro amichevoli, salvo poi eseguire l’ultima parte della preparazione in Austria. Generalmente è il contrario…
“Direi che il ritiro si stia rivoluzionando molto. La chiave di lettura del ritiro di una volta che prevedeva massacri incredibili non è più di attualità. Ora ci sono amichevoli importanti che portano sicuramente soldi. È ttto confutabile ma il motivo è principalmente quello di fare cassa. L’importante è la qualità del lavoro che si fa, non la quantità“.
È l’anno delle instant teams. La Roma compra Cole e Keita, l’Inter Vidic e la Juve Evra. Questo è un segnale di progressione o regressione del calcio italiano?
“Regressione, perché unita alla voglia di vincere subito. Ci stiamo comportando un po’ come i paesi oltreoceano, che prendono calciatori ormai nella fase conclusiva della propria carriera. La Roma vuole vincere subito, l’Inter vuole ricominciare a collezionare trofei. In Italia impostare progetti a lungo termine non è spesso consentito“.
Ad oggi, sulla carta, vede ancora Juve prima, Roma secondo, Napoli terzo e via via tutte le altre, oppure le gerarchie si sono un po’ stravolte?
“È difficile dirlo. Bisogna vedere la reazione della Juventus al tris di vittorie e a questo mondiale non ottimo per gli elementi bianconeri. La Fiorentina avrà a disposizione i due attaccanti di cui non ha potuto godere nella precedente stagione, mentre il Milan peggio dell’anno scorso non potrà fare. Non è possibile stabilire chi arriverà primo, ma dietro, a Juve e Roma, a mio avviso, ci sarà più bagarre della stagione passata“.
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