Tra i possibili sostituti di Zeman si è fatto anche il nome di Marco Giampaolo, attualmente senza squadra dopo aver allenato molti anni in Serie A.
GLI ESORDI
Inizia la carriera come osservatore al Pescara per diventare vice-allenatore. Lo stesso ruolo lo svolge a Giulianova e Treviso. Inizia a circolare il suo nome tra gli appassionati di calcio quando nel 2004 svolge il ruolo di vice-allenatore alle spalle di Massimo Silva; in realtà è Giampaolo il vero mister della squadra, Silva era solo un escamotage dato che l’allenatore non aveva ancora il patentino di allenatore di prima categoria avendo solo 37 anni.
Resta due anni alla guida della squadra: la prima in Serie B dove si riesce a qualificare in Serie A anche grazie alla squalifica del Genoa, la seconda nella massima serie dove si salva alla fine della stagione.
Nella stagione 2006-2007 passa al Cagliari ma viene esonerato il 17 dicembre 2006. Ci torna il 26 febbraio 2007 dopo il successivo esonero di Franco Colomba e si salva con una giornata di anticipo. Lo stesso anno ottiene il patentino di prima categoria ma il 13 novembre 2007 viene esonerato da Cellino in seguito ad una sconfitta lasciando il Cagliari in una buona posizione di classifica.
Viene chiamato ed esonerato anche Nedo Sonetti: Cellino richiama Giampaolo. L’allenatore a questo punto fa un grande gesto decidendo di rifiutare la proposta per salvaguardare il suo orgoglio e la sua dignità.
Nel 2008-2009 passa al Siena che si salva con 44 punti, la stagione successiva viene esonerato dopo aver raccolto 5 punti in 10 giornate.
CATANIA E CESENA
Nella stagione 2010-2011 passa al Catania ma viene esonerato il 18 gennaio 2011. Nel 2011 passa al Cesena firmando un contratto di due anni: dopo le prime 9 giornate totalizza solo 3 punti in classifica e viene esonerato il 30 ottobre. La squadra alla fine dell’anno, con Arrigoni in panchina, arriverà ultima in classifica.
CARATTERISTICHE TECNICHE
Considerato uno degli allenatori meglio preparati dal punto di vista difensivo, fu accusato dai tifosi del Catania di difendersi troppo. Ritiene che il collettivo debba primeggiare sulle singole individualità, per questo l’allenatore gioca con una difesa a zona che deve avere molto affiatamento e costanza di gioco. I suoi mediani, spesso due davanti alla difesa, non retrocedono mai sulla linea dei difensori cercando sempre di rubare palla ai giocatori avversari in una posizione più avanzata. Inoltre utilizza spesso far retrocedere gli esterni in fase difensiva in modo da dare maggiore copertura alla squadra. Solitamente sfrutta un attacco a due giocatori al contrario del tridente utilizzato da Zeman.
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