Interessantissima intervista di Paolo Assogna, giornalista di Sky Sport, rilasciata proprio allo stessa emittente satellitare. Leggiamola insieme:
ZDENEK ZEMAN
A Trigoria il clima è molto disteso, c’è una grande carica per queste tre vittorie di fila, per questo grande lavoro difensivo, che va in controtendenza rispetto a quanto Zeman ci ha abituati a vedere. L’attacco va benissimo, è vero, ma la difesa ha trovato un equilibrio. Fa un grande effetto vedere dov’era la Roma 4 giornate fa e vedere dov’è ora, a ridosso della Champions, a soli 5 punti. Baldini l’aveva detto: l’obiettivo del club era quello di lottare per la Champions, fino all’ultimo secondo. E giustamente, considerando la grande cifra di talento che ha la rosa Giallorossa. Non è una rosa perfetta, ma ha un grandissimo talento ed i risultati stanno arrivando proprio per l’esplosione di alcuni giocatori molto attesi e di altri meno attesi. La squadra di zemaniano ha la mentalità, ha la voglia di giocare e attaccare, ma lo schema è qualcosa di diverso, qualcosa di unico, mai successo nella storia di Zeman. Il boemo ha messo da parte il proprio credo tattico: c’è stato un compromesso con i giocatori, che sta portando i suoi frutti.
MATTIA DESTRO
E’ quanto ci si aspettava da lui. E’ un grande attaccante, un attaccante centrale però, che ha poco senso messo sulla fascia. Zeman fa bene a dire che lui ed Osvaldo non possono giocare insieme, ma questo è un bellissimo problema, che tutti vorrebbero avere. Non so quante squadre ed allenatori possano vantarsi una concorrenza tra due attaccanti di questo livello. Guardate, guardate i gol contro il Siena: questi sono gol da attaccante puro, vero.
SIMONE PERROTTA
Bellissima storia di Natale. E’ una storia bellissima: è il simbolo dell’anello che collega il passato di questa squadra, al futuro. E’ un giocatore rimasto per un contratto lunghissimo della vecchia gestione, che gli attuali dirigenti non vedevano di buon occhio. Gli hanno chiesto di cercarsi una squadra, ma lui ha preferito rimanere a Roma, anche sapendo di non giocare mai. E’ un simbolo, è un esempio per tutti: molti giocatori dopo due panchine chiedono la cessione, mentre lui, campione del mondo, si è sempre allenato, fino a permettersi, a 35 anni, di regalare tre punti alla Roma.
DANIELE DE ROSSI
Anche Daniele è uno stupendo problema, che tutti gli allenatori dei più grandi club al mondo vorrebbero avere. Farlo passare per “problema” è una cosa grossa: parliamo di uno tra i più forti centrocampisti al mondo, che per quanto possa non essere “zemaniano” come caratteristiche, è una grandissima risorsa per la squadra. Credo, poi, che un bravo allenatore debba sapersi adattare LUI al grande giocatore e non viceversa. Quest’anno non era partito nemmeno male, ma poi ha fatto questa cavolata al derby…lui è sereno e sabato torna a disposizione. Credo che Zeman sarà molto contento di avere questo “problema”.
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