Giacomo Losi, ex giocatore della Roma e presente alla Hall of Fame di domenica, ha scritto un pezzo sulla Gazzetta dello Sport per tentare una riappacificazione tra Zeman e De Rossi i quali, secondo alcune voci riportate da La Repubblica, avrebbero avuto un diverbio venerdì in merito alle doppie sedute. Da lì l’esclusione di De Rossi ed Osvaldo. Ecco la lettera dell’ex giocatore:
“Caro Daniele, caro Zdenek Scusate se mi permetto di ficcare il naso nelle vostre vicende, ma come diceva Flaiano la situazione è grave e, nel vostro caso, anche maledettamente seria. E poi, consentitemelo, in ballo cè il destino della Roma, che mi sta a cuore. Come sapete, ho giocato 386 partite con la maglia giallorossa, secondo solo a Totti, e sono stato appena inserito nella hall of fame del club. Perciò, credo di avere lesperienza e i «titoli» per suggerirvi qualche piccolo consiglio.
Vorrei cominciare da Daniele. Con una doverosa premessa. A me sembra molto strano che un ragazzo della sua caratura possa essere accusato di scarso impegno. Ma come, parliamo dello stesso De Rossi di cui abbiamo ammirato in questi anni innanzitutto labnegazione e lattaccamento alla maglia? Possibile che proprio lui, ora, sia il primo a tirarsi indietro o a comportarsi male? Io non so se e cosa sia successo negli ultimi giorni a Trigoria, ma una cosa lho capita: forse Daniele soffre la nuova collocazione che gli ha trovato Zeman, non più regista e volante della squadra, ma semplice interno di centrocampo. Forse la vede come un affronto alla sua carriera. Ci può stare, è umano. Ma non è consentito ad un giocatore del valore, del prestigio e dello stipendio di De Rossi abbassare la guardia o, peggio, tirare un po il freno solo perché gioca in un ruolo che non sente suo. Al sottoscritto è successo tante volte di passare dal centro della difesa alle fasce, ma mai mi sono sognato di allenarmi e/o giocare con meno intensità.
Altra cosa è discutere con lallenatore di questioni tecniche e tattiche, e qui vengo a Zeman. Sono stato a lungo capitano della Roma e più volte mi sono trovato a confrontarmi, anche duramente, con i miei allenatori. Può darsi che sia capitato anche a De Rossi e Zeman. Se è andata così, al tecnico boemo chiedo di non comportarsi come fece Helenio Herrera, che dopo alcuni confronti mi mise alla porta, chiudendo di fatto la mia carriera.
Insomma, parlatevi, chiaritevi e soprattutto pensate che prima delle vostre idee cè il bene della Roma, da tutelare. Quello sì, è sacro”.
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