«I miei genitori si separarono quando ero piccolo e mio padre se ne andò di casa. Rimasi solo in un ambiente tutto femminile, giocavo con le bambole. Sbaglia chi crede che gay si nasce. T’innamori di un maschio perchè è quello che vorresti essere»: lo racconta Luca Di Tolve (RPT Luca Di Tolve) il ragazzo cui Povia si è ispirato per ‘Luca era gay’, brano in gara a Sanremo duramente criticato dalle associazioni omosessuali, in un’intervista al settimanale Tempi, in edicola giovedì in allegato a il Giornale (che sarà anticipato domani sul sito www.tempi.it). Luca Di Tolve (RPT Luca Di Tolve) racconta la sua storia, partendo dalle origini: Il primo innamoramento, l’Arcigay e il business delle crociere, ma alla sera un profondo senso di tristezza: «Gli omosessuali vivono un frenetico nomadismo sentimentale. comprensibile: come chiunque altro, cerca altro da sè. Se nell’altro trova solo qualcosa di simile, il rapporto non può che essere effimero e compulsivo. Non può esistere stabilità e fedeltà nel mondo gay». Con gli anni Novanta arrivò l’Aids: «Vedevo gli amici rifugiarsi nelle droga, alcuni si suicidarono. La malattia mi ha costretto a mollare tutto. Eppure oggi dico che è stata una grazia, perchè mi ha costretto a riportare a galla domande che avevo sopito, ma mai spento». E poi la preghiera, le teorie dello psicologo cattolico Joseph Nicolosi e il matrimonio con Teresa: «È un percorso psicologico che aiuta a recuperare le relazioni maschili che sono andate perdute. Per me è stata una grazia. Durante un pellegrinaggio conobbi Teresa e dopo un anno di fidanzamento ci siamo sposati».