Obama e il viaggio verso la Casa Bianca

"A New Birth of Freedom", ovvero la "Rinascita della Libertà": è il titolo dato alla cerimonia di insediamento di Barack Obama quale 44° presidente degli Stati Uniti. Sull’onda dell’entusiasmo suscitato da una lunga campagna elettorale e dal suo esito, per certi versi sorprendente, l’affluenza dovrebbe polverizzare ogni record: a Washington sono attesi fino a 4 milioni di spettatori. Per Bush furono 300mila; per Johnson, che dal 1965 detiene il primato, 1,2 milioni. Momento clou dell’insediamento saranno, il 20 gennaio, il giuramento di Obama e il suo primo discorso da presidente. "Giuro solennemente di assolvere ai miei doveri come presidente, al massimo delle mie capacità, e di proteggere, tutelare e difendere la Costituzione degli Stati Uniti". La formula, contenuta nella Costituzione, si ripete dal 1789, anno d’inizio del mandato di George Washington. Obama la pronuncerà martedì 20 sulla Bibbia usata da Lincoln nel 1861. Il suo vice giurerà anche di difendere il Paese dai "nemici", siano essi esterni o interni. Fin dal 1901, la cerimonia è organizzata da un apposito Comitato del Congresso, e al giuramento assiste il presidente della Corte suprema di Giustizia. L’"Inauguration Day" prevede un programma assai nutrito, con avvio alle 10 del mattino e chiusura a notte fonda. Aprono la giornata i concerti della Banda militare Usa e delle voci bianche (maschili e femminili) di S. Francisco. Saranno interrotti dalla senatrice Dianne Feinstein, presidente del Comitato promotore, che darà il benvenuto ai partecipanti all’evento, tutti rigorosamente muniti di biglietto. Seguirà l’invocazione di Rick Warren, il pastore evangelico assai criticato per l’estremo conservatorismo, soprattutto verso gli omosessuali. Quindi, breve esibizione di Aretha Franklin.

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