«Nelle previsioni su quelle che saranno le prossime mosse del presidente Barack Obama ve ne è una cospicuamente assente: cosa farà nei confronti della Nato? ». Lo rileva in una nota Enrico Jacchia, responsabile del Centro di Studi Strategici. «Da subito, il presidente americano si troverà a dover decidere se perseguire la politica di George Bush, fortemente orientata a far entrare l’Ucraina nella Nato, o cambiarla radicalmente. Lo costringerà a precisare l’atteggiamento dell’America non tanto il fronte diviso degli alleati europei, quanto Gazprom. »C’è un’altalena di notizie sulle decisioni di Mosca in merito alle forniture di gas all’Europa, ma il contenzioso con l’Ucraina non è affatto risolto. E non lo è perchè la politica del Cremlino è chiara: o smettete di infastidirci con questa pretesa di portare l’Ucraina nell’Alleanza Atlantica o rischiate di dovervi muovere in inverno con il cappotto in casa. Sull’entrata dell’Ucraina e della Georgia nella Nato gli alleati europei sono più che perplessi, mentre gli ex paesi dell’Est sono stati totalmente allineati alla posizione dell’ Amministrazione Bush. È venuto il momento di sollevare la questione con la nuova Amministrazione di Washington. La Georgia, come abbiamo visto, è una inesauribile fonte di problemi e l’Ucraina lo è ancora di più. La sua instabilità interna, le persistenti voci di corruzione della classe dirigente e l’ostilità nei confronti di Mosca vanno valutate dal membri europei della Nato prima che i consiglieri del nuovo presidente, presi alla gola in politica estera dalla crisi palestinese e dalle minacce in Medio Oriente (Pakistan, Iran, Afghanistan), formulino una linea politica che sarebbe difficile, a posteriori, modificare. «La posta in gioco sono le relazioni con la Russia – conclude Jacchia -. E questo è probabilmente il fronte più vicino e più importante per l’Unione Europea».