Quando muore Jett Travolta,non è un figlio qualsiasi che muore, è il primogenito di una stella del cinema.
E cioè di ohn Travolta e di tutti i film che si porta dietro. Pulp Fiction e La febbre del sabato sera , Grease e
Kill Bill. Per i media è un riflesso condizionato, forse obbligato. D’altronde, la legge della notizia sancisce che la reason why sta tutta nel nome del padre e, dunque, ecco spiegato perché, adesso, tutti si interrogano
su che cosa sia veramente accaduto in quella villa delle Bahamas dove la famiglia Travolta stava trascorrendo le vacanze delle feste. Così, si accavallano le versioni, quella promossa subito a ufficiale secondo cui il giovane di diciassette anni sarebbe deceduto per una sindrome legata all’uso casalingo dei detersivi. E quelle dei rumors che parlano di ritardi nei soccorsi e, dunque, gettano ombreombre sul comportamento dei genitori. Di John e della moglie Kell Preston. I media scavano e raccolgono tutto quello che trovano. Anche una storia che porta fino a Scientolog , la psico-chiesa di Ron Hubbard che tanti fans ha raccolto fra le fragili star di Hollywood, a cominciare da Tom Cruise che qualche giorno fa denunciava di essere perseguitato proprio per questa sua affiliazione per finire a Travolta. La catena parareligiosa entrerebbe nellavita del divo proprio per via di Jett. E qui si alza un altro velo,come ha esibito anche un video passato subito su Cnn. Il figlio, infatti, vi si presenta come il ragazzone che deve essere per la sua età, ma manifesta una fragilità che gli fa stringere con la fragilità del baby la mano di John. E, allora, ecco la verità: Jett, fin dall’infanzia, sarebbe stato segnato da un buco nero nella coscienza che il padre avrebbe cercato di affrontare ricorrendo ai lenimenti di quella fede che teorizza la potenza psicosomatica della mente, previa liberazione dal grumo di fantasmi depositati nell’inconscio, che l’asservirebbero e ne bloccherebbero le immense potenzialità. No, questa non è una storia da cinema. Di certo, c’è il dolore di un padre e di una madre. C’è lo scarto terribile tra l’ immagine dei nostri eroi, con le loro vite perfette, e la realtà inspiegabile che squassa il quadretto, apre ferite e, magari, ne riapre qualcuna che era rimasta là sotto il tappeto. E c’è il resto che non torna. Perché la cassa della vita non fa sconti come quella di Holl wood.