Ricorre oggi il centenario del tragico terremoto che colpì Messina, radendola quasi totalmente al suolo e mietendo migliaia di vittime. I messinesi però non si lasciarono abbattere e, sostenuti da una straordinaria solidarietà, si risollevarono. Il mio predecessore San Pio X, che avrebbe voluto recarsi personalmente a Messina, inviò ingenti aiuti e ospitò a Roma i seminaristi. A distanza di cento anni, desidero inviare ai messinesi un affettuoso pensiero, con l’augurio che nei loro cuori arda sempre la speranza cristiana«. Lo ha detto il Papa al termine dell’Angelus di oggi in piazza San Pietro.«I catastrofici eventi che, alla fine del dicembre 1908, sconvolsero vaste aree della Sicilia e della Calabria con devastanti scosse sismiche e mareggiate di impressionante violenza, suscitano ancora profonda emozione per l’immane tragedia che ha segnato quelle popolazioni e stravolto l’assetto sociale ed urbanistico di quel territorio. Il nostro Paese, che si trovò ad affrontare quella drammatica calamità nella difficile fase di consolidamento dell’unità nazionale, seppe dar vita ad uno straordinario sforzo collettivo nell’azione di soccorso, di assistenza e di ricostruzione». Lo scrive il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nel messaggio inviato al Presidente della Regione Siciliana, Raffaele Lombardo, nella ricorrenza del centenario del tragico terremoto di Messina. «Le manifestazioni organizzate nella ricorrenza del ‘Centenariò – prosegue il Capo dello Stato – costituiscono una importante occasione per ricordare le decine di migliaia di vittime, quanti perirono nel generoso tentativo di prestare soccorso e le sofferenze patite da quelle Comunità. È anche occasione per rinnovare sentimenti di profonda riconoscenza alle Marine russa ed inglese che, nell’immediatezza, in un mirabile esempio di solidarietà umana, assicurarono i primi aiuti ed agli altri Paesi che, successivamente, si adoperarono con generosità, dando vita ad una delle prime forme di cooperazione internazionale in situazioni di emergenza. Verifichiamo oggi, con compiacimento, lo sviluppo di una sempre maggiore collaborazione tra i sistemi nazionali di protezione civile, con moduli operativi di intervento che hanno consentito, anche di recente, di fronteggiare gravi situazioni di calamità. Con questi sentimenti invio a Lei, Signor Presidente, ed a tutti coloro che prenderanno parte ai diversi momenti rievocativi il mio più cordiale saluto».