Il controspot del sistema-Italia va di scena a tre giorni dal Natale, nel teatro del più grande aeroporto italiano, brulicante di dannati. C’è il girone infernale dei cercatori di valigie rimaste chissà dove, quello dei cancellati, che continuano a imprecare perchè il loro volo non c’è più, il girone dei dirottati dall’aereo al bus, quello dei forzosamente trasferiti in albergo, che aspettano un trasporto che non arriva. E c’è una folla sterminata di parenti in impaziente attesa dei loro cari e di bambini spossati appesi al collo dei genitori. Italiani, francesi, americani, cinesi, giapponesi, arabi, bulgari e chi più ne ha ne metta. I sindacati hanno denunciato che la CAI non sta onorando gli accordi presi per le riassunzioni, e si sono riuniti a discutere con l’azienda nella sede della Magliana, mentre gli addetti alla manutenzione degli aerei Alitalia, e degli altri di AZ-Airport settore Handling, quello che cura il servizio di carico e scarico dei bagagli, hanno smesso di lavorare per riunirsi in assemblea permanente. Il bollettino è drammatico, alle 19 i voli cancellati erano già settantaquattro, alle 21 circa cento. Allora Altero Matteoli, ministro delle Infrastrutture, ordina a tutti di riprendere con decorrenza immediata le prestazioni lavorative, perchè l’assemblea spontanea si configura come uno sciopero in violazione della legge, dello statuto dei lavoratori e del contratto. Alle 21.50 la richiesta del ministro verrà accolta e i dipendenti faranno ritorno al lavoro. In quel clima esasperato, fra fischi e grida e cori di protesta contro i malcapitati assistente aeroportuali di turno, sembra paradossale il festoso boato che, attorno alle 18.30, esplode al banco partenze di Alitalia scalo A. Arrivato il pullmann! E’ arrivato! A gioire è un gruppo di napoletani. Spiega Raffaello, spiccata somiglianza con Pino Daniele, professione imbianchino, maglietta con impresso sopra il volto la statua della liberità. Abbiamo messo un’ora di bus per arrivare da New York all’aeroporto di Newark, e da qui il volo Alitalia per Roma è partito con 6 ore di ritardo. Atterriamo a Fiumicino a mezzogiorno ma il volo per Napoli-Capodichino delle 17.30 è stato cancellato. Adesso, finalmente, c’è il pullmann sostitutivo. Ma i bagagli chissà dove sono. Li vicino il concittadino Mario esclama: "Oh, mi sembra di essere nel film Terminal con Tom Hanks. Ma almeno la chiudano l’Alitalia, cosi ci regoliamo." Arriva Nicoletta l’hostess di terra incaricata di condurli al bus. Seguitemi risposta: "E chi ti molla?". La prendono sotto braccio e camminano con lei urlando trionfanti. Diego Diego Diego Maradona! Fuori il parcheggio di bus navetta è il punto d’incontro di masse di profughi. E il ricercatore fisico Ludovico Portecorvo che lavora al CERN di Ginevra: "A me è andata bene"- esclama- "la consegna dei bagagli del mio volo non era stata ancora annunciata che già mi è arrivato il bagaglio, manco fossi ancora in Svizzera".