Sognando Beckham. Anzi, dal suo punto di vista, l’opposto: sognando l’Italia. Oggi è tutto realtà. Beckham è al Milan e si gode il suo primo giorno-evento tutto italiano. ‘Senza ombra di dubbio è un sogno che si sta avverando- dice l’inglese nell’intervista esclusiva concessa a Sky- Io ho giocato per delle squadre eccezionali in giro per il mondo ed è stata una bellissima esperienza. Quest’esperienza sta continuando, per me è una nuova sfida e voglio potermi dire: ‘Ho giocato con un grande team in Inghilterra, in Spagna e poi in Italià. È eccezionale il fatto di avere avuto questa opportunità ed è stato Galliani a darmi una chance che non potevo perdere. È veramente un sogno che si sta avverandò. Mourinho ha detto che il fascino del calcio all’estero è meno forte di quanto lo sia qui in Italia. Tu cosa ne pensi? ‘Tutte le cose che dice Mourinho hanno un significato profondo, per questo secondo me è un manager eccezionale. Lo è stato al Chelsea e nel Porto, è una persona molto rispettata da tutte le squadre. Qui siamo a Milano e questo è il Milan e quindi è chiaro che dovrò lavorare per i loro rivali. Per me questo è un team eccezionale però Mourinho rimane una grande manager’. Lei sa che in questo momento potrebbe essere l’uomo a dover correre di più in questo Milan, falcidiato dagli infortuni nelle ultime settimane? ‘Me ne rendo conto e so anche che alcune situazioni hanno avuto luogo nelle ultime settimane, ho guardato con attenzione le ultime partite del Milan. Alcune volte qualcosa di eccezionale è successo, adesso ci sono degli infortunati per cui speriamo che già da domani ci possa essere qualcosa di interessante. Avrei potuto giocare già da domani ma è normale che ci siano degli infortuni, che qualcuno non possa giocare e che ci possano essere dei sostituti. Io vorrei dare una mano, aiutare il team a vincere qualcosa e quindi ad aumentare e migliorare il livello di gioco come fa un giocatore che arriva a far parte di una squadra. Non voglio assolutamente dare fastidio o disturbare l’unitarietà della squadra. Sono una persona che vuole divertirsi e sicuramente lavorarè. Sente il peso di arrivare fra tanti campioni che possano vivere il suo arrivo come un momento difficile? ‘Si sentirà ovviamente della pressione. La pressione c’è quando si gioca in squadre così importanti, e non solamente in Italia. Penso che per me sia un’opportunità, questo lo dico dall’inizio, quella di essere a Milano a giocare con il Milan e condividere il successo e la storia di questa grande squadra. Un’altra verità è che in una squadra come questa si deve fare del proprio meglio ed è normale che ci sia pressione intorno a me e a noi, però le persone sono sempre diverse in giro per il mondo e in ogni paese. Non so come sarà questa pressione qui a Milano e in Italia. Io ho lavorato con il Manchester Utd, con la pressione generata lì attorno. La stessa cosa è successa a Madrid. Io voglio fare solo una bella esperienza, vedere che aria si respira in questo stadio e questo mi dà tanto incoraggiamentò. A chi si è ispirato nella sua carriera? ‘Sicuramente i miei genitori sono le persone da cui ho tratto maggiore ispirazione, così come i miei figli, mia moglie e la mia famiglia in senso lato. Per quanto riguarda il calcio, sicuramente Brian Robson, che giocava nel Manchester Utd anni fa e poi Zidane. È il più grande dei giocatori, un idolo, un’icona, una persona eccezionale. Per questo cerco sempre di imitarlo, di lavorare con i grandi giocatori, Kakà sicuramente è un altro tra i migliori giocatori al mondo. Poi Ronaldinho, Pirlo e Paolo Maldini, anche lui è un’icona, è stato al Milan per tutta la sua carriera, ha 40 anni e ancora sta giocando. Questa cosa è eccezionale, un esempio eccellente per la squadrà. Lei ha un piede destro eccezionale. Al Milan ce ne sono altri come Kakà, Pirlo, Ronaldinho per battere le punizioni. Come si fa a ricavarsi uno spazio? ‘Io mi occuperò dei calci che posso dare e dei tiri che posso fare, delle posizioni che potrò occupare, sempre nell’ottica di collaborazione. In questo team c’è spazio per fare qualche miglioramento, non solo a livello di tiri liberi ma anche di calci d’angolo. Vediamo come ci organizzeremo. È la stessa cosa che ho fatto anche nel Real Madrid, con Roberto Carlos, con Figo, Ronaldo. Vediamo cosa succederà nel Milan’. A proposito di giocatori italiani, chi l’ha chiamata per primo? Cassano l’ha chiamata? ‘Cassano penso che sia una persona molto divertente, mi fa ridere, ha un cuore meraviglioso e grande generosità. È un giocatore rispettato proprio per quello che è, si è comportato benissimo nel Real Madrid. Poi ha fatto un passo indietro, nel senso che è tornato nel paese che ama e che adora. No, non mi ha ancora parlato. Ho parlato con Cannavaro, questo era forse scontato, e poi con Fabio Capello. Solo con lorò. Quando è scattata la scintilla nel rapporto con Capello? ‘Questa grande passione è cominciata nel momento in cui è arrivato in squadra, nel team. Capello è un grande professionista e ha tantissima passione per il calcio. È per questo che si è comportato benissimo anche in Inghilterra. Ha fatto capire a tutti l’amore per questo gioco e anche la calma che a volte lui ha, perchè lui dà sempre moltissima fiducia e calma ai giocatori. Per questo Capello è apprezzato in Inghilterra e spero che continui a rimanere da noi perchè è dal 1966 che non vinciamò. A Madrid, inizialmente, hai avuto qualche difficoltà di inserimento? ‘Quando ci si sposta da un paese all’altro, c’è sempre un cambio di cultura e di lingua. Soprattutto quando poi si hanno dei figli, noi ne avevamo due in quel momento, abbiamo dovuto sistemarci, trovare la scuola per loro, vivere un’altra vita. Ho sempre avuto un supporto in tutta la mia carriera, soprattutto da mia moglie, sono contento che sia qui con me. Perso che tutto andrà bene, ci sarà supporto e assistenza ovunque andremò. A Milano ci sono ottime scuole d’inglese? ‘Me l’hanno detto. Abbiamo già fatto qualche verifica nel caso dovessimo portare qui i nostri figli per tre mesi, ma sono ragazzi e hanno bisogno di stabilità e quindi è meglio che rimangano nella loro scuolà. E nel caso Beckham dovesse fermarsi a Milano per più di tre mesi? ‘No, io ho firmato un contratto fino all’inizio di marzo. Sicuramente mi divertirò e andrà tutto bene ma poi tornerò a Los Angeles’. Su Ancelotti. A chi lo paragonerebbe? ‘Ogni singolo manager è una persona a sè ed è impossibile confrontarli tra loro. Io ne ho avuti tanti, ho lavorato con manager eccezionali come Eriksson, Capello, Ferguson. Ancelotti è un’altra persona, io non ho mai giocato sotto la sua gestione ma sicuramente è un grande manager e se non fosse rispettato, non avrebbe la posizione che ha adesso. Speriamo, dunque, di dare del mio meglio sotto il suo controllò. Nei vari paesi in cui hai giocato, dove hai sentito maggiore rispetto per la sua vita privata? ‘Ogni luogo è diverso, ogni città è diversa. Sono nato e cresciuto a Londra e poi mi sono trasferito a Manchester, lì non c’è molta differenza. Quando si arriva in centro a Londra, è chiaro che tutti sono un pò più aggressivi rispetto alle piccole città. La gente però ha sempre avuto rispetto di me e della mia famiglia ma capisco bene che non mi potrò mai lamentare se c’è qualcuno attorno che mi segue per fare una foto. So che si attira l’attenzione facendo quello che sto facendo ma è una cosa che si può accettare. L’importante è che vengano rispettati i miei figli e la loro privacy’. Lei e sua moglie siete una coppia molto unita. In tutte le coppie, c’è sempre qualcuno che prende una decisione. Quanto conta la volontà di sua moglie? ‘Ascolto sempre i consigli di mia moglie, noi siamo insieme, siamo uniti, siamo una coppia che funziona molto bene ed è per questo che abbiamo tre figli bellissimi ed eccezionali, proprio perchè ci capiamo. Se serve discutere di qualcosa lo facciamo, a volte prendo io la decisione finale, a volte lo fa lei, a volte insieme. È importante continuare a fare questo, noi lavoriamo insieme per proteggere i nostri figli che sono la cosa più importante della nostra vita. Alcune settimane fa, ad esempio, c’erano un pò troppi paparazzi che ci venivano dietro fisicamente. Avevamo i nostri figli in macchina e quasi per tre volte questi signori stavano scontrandosi con noi. Queste sono cose che non mi piacciono, è importante dunque prendersi cura di noi e ovviamente di loro. Le decisioni le prendiamo insieme, 50% io e 50% leì. Lei ha già detto che è innamorato del Milan. Dobbiamo aspettare che lo dica anche Victoria perchè lei resti qua? ‘A lei è sempre piaciuta Milano come città e venire qui per la settimana della modà. Allora sarà facile prendere questa decisione? ‘La decisione è facile per dire che staremo qui tre mesi. Fermiamoci quì.