La Roma perde la prima partita dopo 6 vittorie consecutive e torna una squadra di pippe. Questo è quanto si apprende sentendo i numerosi opinionisti dalle varie radio locali. Fin dalla mattina l’ottimo lavoro svolto dalla squadra di Luis Enrique è sparito davanti ad una sconfitta, seppur sonora, pur sempre in Coppa Italia e con numerose riserve da una parte e dall’altra.
A provare a dare un’iniezione d’orgoglio alla squadra dello spagnolo ci ha pensato Radio Radio tramite le parole di Franco Melli:
“Ho tratto un insegnamento da questa partita. Roma è un villaggio fuori dall’Italia, dal mondo, da tutto in senso calcistico. Da sempre. E’ stato sempre così. Ci sono le celebrazioni, guardate a Torino come trattano Del Piero. Qua ci sono le celebrazioni che vanno avanti per sei giorni, l’insegnamento è solo questo. Il resto era prevedibile, non mi meraviglio di nulla. Volevano prolungare il contratto a Luigino fino al 2020-2030, come se la Roma non potesse essere allenata da altri. Ieri un vero allenatore ha vinto contro un aspirante allenatore. Questa è la verità! E’ un insegnamento per chi vuole capire. Otto sconfitte da settembre ad oggi, basta coi trionfalismi. Mai successo fuori al primo turno ai preliminari d’Europa League e alla seconda partita di Coppa Italia. La cosa più preoccupante è che la Roma ha perso così contro la Juve B…”
Tony Damascelli, altro opinionista della radio, va giù pesante contro il mister Luis Enrique: “Una partita si può anche sbagliare. Ciò che mi ha convinto sui limiti dell’allenatore spagnolo è che non ha capito per novanta minuti che Taddei ballava il flamenco con Estigarribia. Non l’ha mai capito, non ha fatto nulla. Un tecnico che viene presentato come l’uomo del nuovo calcio, che insegna alla Roma un futbol nuovo, questa è invece la conferma di un’ignoranza tattica. E’ un limite di lettura della partita, ed è venuto fuori nel dopo partita, con quella reazione abbastanza singolare alla domanda del collega della Rai. Diventerà un tormentone, uno che perde 3-0 e si mette a ridere…è una risata molto isterica. E’ andata anche bene alla fine, il risultato poteva essere più umiliante”.
Ho voluto prendere come esempio estremo questi due interventi a dimostrazione che molte persone hanno “a cuore” la Roma di Luis Enrique per criticarla soprattutto nei momenti negativi come ad inizio anno. Niente ti regala nessuno e dalla società, in primis, fino all’ultimo dei magazzinieri sanno che la Roma attuale non è ancora una squadra completa. Mancano molti interpreti e molti giocatori nei ruoli chiave. La squadra deve ancora crescere sotto il profilo mentale per quello che riguarda le grandi partite.
E questo lo devono capire tutti. La Roma non era la squadra migliore del campionato dopo 5 vittorie consecutive, non è una squadra da retrocessione per un’eliminazione in Coppa Italia che, seppur fastidiosa, non può essere presa come termine di paragone. L’Udinese, che tutti lodano, è stata eliminata ancora prima dei quarti di finale contro il Chievo, sicuramente non uno squadrone. Eppure i bianconeri sono ancora considerati una squadra forte ed in crescita.
Intorno alla Roma si parla troppo. Ci vuole calma e pazienza. Lasciarsi andare a facili isterismi può solo portare ad invocare falsi salvatori della patria alla stregua di allenatori come Delio Rossi in grado di fare 6 punti in 6 partite, peggio del suo predecessore Mihajlovic. E questa non è fantasia, è pura realtà visto che è accaduto veramente in passato.
La Roma la dobbiamo criticare ma sopratutto difendere noi tifosi ma con il dovuto rispetto e soprattutto con intelligenza. Non è giusto far passare sotto silenzio una brutta sconfitta contro la Juventus (ma questo i giocatori già lo sanno). Ma sarebbe ancora più grave e pericoloso mettersi alla stregua di molti opinionisti in grado solo di sputare sentenze sul nostro progetto giallorosso.
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