Un Jeremy Menez a cinque stelle. Con il primo gol in Italia (e che gol…), il francese piega il Chievo al Bentegodi e regala alla Roma il quinto successo consecutivo. E come dopo la rete decisiva di Baptista nel derby, ancora una volta Spalletti deve rivedere le proprie valutazioni. Perchè senza l’ex Monaco in campo dall’inizio, a Verona forse sarebbe stata tutta un’altra partita. E Menez adesso può godersi il momento di gloria, dopo averlo aspettato tanto fino a minacciare il trasferimento per ottenere qualcosa di più di qualche ritaglio di partita. E Spalletti lo accontenta, schierandolo dall’inizio al fianco di Baptista, alle spalle di Totti unica punta. Sulla carta è una formazione accorta, ma sul terreno di gioco è evidente lo sbilanciamento. Se sulla sinistra tutto gira alla perfezione, infatti, con il granitico Riise a coprire le sfuriate offensive di Menez, lo stesso non si può dire dall’altra parte, dove Cicinho lascia spesso a desiderare. Impegnato eccessivamente in inconcludenti sortite avanzate, il difensore brasiliano tarda sempre a rientrare e lascia scoperti ampi spazi che Perrotta e Mexes faticano a coprire. Come nel caso dell’unica azione pericolosa prodotta dal Chievo nella prima frazione, quando al 21′ l’ex giallorosso Esposito sulla sinistra viene lasciato libero di calciare a pochi metri dalla porta, con Doni costretto a salvare in uscita. I veronesi, comunque, fanno ben poco per evitare il ritorno alla sconfitta, dopo la prima vittoria dell’era Di Carlo rimediata a Udine a interrompere la consuetudine negativa che durava ormai da sei partite (tre sotto la gestione Iachini). Ma il problema per i gialloblù non è solo Menez, c’è anche un Totti tuttofare, veramente in gran forma. Sono del francese, comunque, le occasioni migliori del primo tempo, come al 9′, quando entra veloce in area dal vertice destro, scarta tre difensori e calcia forte ma centrale, con Sorrentino bravo a parare. Il portiere del Chievo sarà ancora decisivo in più occasioni e, di nuovo al 25′, è chiamato all’intervento: Menez controlla in corsa un lancio lungo dalla destra, sbilancia Moro con una finta e serve al centro per Brighi che, solo a pochi passi dalla porta, calcia male e viene deviato dall’estremo difensore. Il centrocampista riminese non sembra nelle condizioni di poter bissare la doppietta in Champions col Cluj ed appare più volte in affanno, rimediando a 5′ dal termine un’inutile espulsione per doppia ammonizione che obbliga i compagni a stringere ulteriormente i denti. Dalle retrovie, però, arriva sempre qualche valido aiuto, come un rasoterra di Riise che termina sul fondo al 28′ e un colpo di testa di poco a lato di Mexes al 37′. Nella ripresa, poi dopo 5′, è ancora Riise ad avanzare quando, pescato da Menez sulla sinistra, mette al centro, Totti tocca e Baptista a un posso dalla linea calcia su Mantovani. È l’errore che condanna il brasiliano, irriconoscibile, alla sostituzione 12′ dopo per far spazio a Taddei, mentre Totti al 7′ e all’8′ cercava senza successo di piegare i guanti di Sorrentino con due forti conclusioni dalla destra. È proprio Taddei, allora, a mettere al centro, dove la girata di Perrotta trova l’ennesima respinta del portiere gialloblù al 19′. Il Chievo reagisce solo con un tiro dalla distanza di Bentivolgio, fuori bersaglio e si abbandona al ritmo della Roma. Che non è sostenuto, ma che almeno permette a Menez una fiammata improvvisa al 24′: avventurandosi per la prima volta anche sulla destra, il francese interviene un un assist di testa di De Rossi e, al volo dal vertice dell’area, insacca sul palo opposto con un tiro teso, imprendibile per Sorrentino. Ci riprova poi anche Cicinho senza fortuna al 27′ e ancora Riise su punizione al 33′, parato. Ma nessuno riesce a rubare la scena a Menez. Per Spalletti è un altro piacevole grattacapo, che ora vale venti punti in classifica, insieme ad Atalanta e Palermo. Per il Chievo, invece, è solo un altro guastafeste che frena di nuovo le speranze di rilancio.