Fenucci “La tv ha cambiato il modo di vedere le partite. Non si può avere stadi scoperti come a Novara”

Claudio Fenucci, amministratore delegato della Roma, è stato intervistato da MF-Milano Finanza per parlare dello stato attuale dei giallorossi nella loro situazione economica e finanziaria.

“Siamo nel mezzo di una rivoluzione come quella del fair play finanziario. Anche se…”.

E qui Fenucci storce un po’ la bocca.

“Per come è stato configurato il meccanismo, il fair play cristallizza i rapporti di forza oggi esistenti all’interno delle competizioni europee, ma anche dentro gli stessi singoli campionati nazionali. Se l’unica variazione rispetto al valore della società è data dal risultato finale di bilancio e l’unico investimento al di fuori dei parametri fissati resta quello sulle infrastrutture, alla fine vai a ingessare la gestione caratteristica dell’impresa. Lo sviluppo, in un club, te lo danno sì gli investimenti nelle strutture ma anche quelli sportivi, che ti fanno aumentare i ricavi, permettendoti maggiori investimenti e quindi ulteriori ricavi. È un volano virtuoso che aumenta la competitività”.

Nessuna nostalgia degli ingaggi folli.

“La Uefa e le Leghe fanno bene a vigilare sulla solvibilità e a chiedere competizioni fair in cui chi opera abbia le risorse necessarie per farlo, ma era possibile raggiungere lo stesso obiettivo con altre regole. Per esempio si poteva, come nella nostra serie B, imporre il rilascio di garanzie per il differenziale tra gli stipendi dei tesserati e il valore di equilibrio, pari al 60% del fatturato”.

Ma c’è un discorso più generale che preme a Fenucci.

“Dopo la legge Veltroni c’è stata un’ondata liberista nella politica della Lega e della Federazione, che ha portato a non preoccuparsi dei rischi delle associate. Prendo il caso delle retrocessioni; oggi, data la differente struttura di costi e ricavi tra A e B, se una società retrocede è seriamente a rischio la continuità aziendale, vista l’enorme discontinuità di fatturato. Se invece si limitasse il numero delle retrocessioni e si aumentassero le risorse per le società retrocesse, spalmandole su più esercizi (due o tre), si creerebbe un ammortizzatore. Certo, al tempo stesso si dovrebbe fissare parametri chiari, tra costi e fatturato, anche per chi viene promosso alla serie superiore. Insomma, nessuna scommessa azzardata, ma un po’ di programmazione”.

Centrale, comunque, è la questione degli stadi e, come esempio, Fenucci porta il caso di Novara-Roma, partita recente giocata sotto un diluvio biblico, che non ha intaccato però il nuovo campo artificiale.

Proprio quella partita è la dimostrazione dei guai del calcio italiano. Perfetta per la tv, chi stava a casa ha visto un incontro di livello, non un match di catch nel fango. Chi stava allo stadio, invece, ha rischiato la polmonite. Ecco, non ci può essere un impianto di serie A che non abbia alcuna copertura”.

Non solo.

“La tv ha cambiato il concetto di fruizione dell’evento sportivo e anche allo stadio devi dare almeno le stesse cose che chiunque può avere con 19 euro al mese sulla poltrona di casa, ossia gli highlight, le interviste, l’arrivo del pullman della squadra, le immagini dello spogliatoio. Quindi grandi schermi ad alta definizione, ma anche ambienti confortevoli, ristoranti, spazi per i bambini”.

Ma lo stadio deve diventare un po’ la casa del tifoso.

“In Italia c’è una forte identificazione tra tifoseria e squadra, ma non tra tifosi e società. Il progetto Roma, in fondo, è anche questo. Non c’è un mecenate, un padrone che compra i giocatori e offre lo spettacolo, ma una società che, operando come entertainment company, punta a sviluppare la massima utilità per tutti gli stakeholder; ossia i tifosi, che sono interessati alla parte sportiva, ma anche il territorio, che può godere delle infrastrutture che si sviluppano intorno allo stadio, tipo alberghi, centri commerciali, nuovi appartamenti. Dopodiché certamente si devono fare gli interessi anche degli azionisti, che devono vedere remunerati i propri investimenti”.

C’è poi il tasto dolente dei costi.

“Gli azionisti della Roma hanno già previsto due aumenti di capitale per finanziare lo sviluppo del progetto, ma è certo che nei prossimi due o tre anni, oltre ai ricavi che possono venire da competizioni internazionali e dal progressivo sviluppo internazionale del brand, dovremo trovare risorse riducendo il monte-ingaggi, sfoltendo una rosa di 29 giocatori e valorizzando al massimo il vivaio”.

Inutile osservare che alla Roma basterebbe vendere De Rossi.

“No, qualche cessione è possibile, ma non De Rossi, che fa parte del progetto. Noi lo vogliamo tenere e credo rimarrà. No, io credo che sia importante il progetto del vivaio, non solo perché il nostro è il migliore, ma perché serve un nuovo modello, molto più sostenibile. Rose di 14, 15 giocatori e poi un numero adeguato di giovani pronti a entrare in prima squadra. Però per questo progetto non basta ricorrere alla primavera, ci vuole una seconda squadra che giochi nella Lega Pro. E tutti i club di primo livello dovrebbero essere interessati a un’idea del genere, che riduce i costi e valorizza le risorse. Oggi quando hai un diciannovenne brillante lo mandi in prestito. Lo stacchi dall’ambiente del club, affidi ad altri la sua formazione ed è raro che alla fine ritorni stabilmente nel club. Invece tra squadra A e B l’osmosi è continua. Basta vedere quanti ragazzi della «cantera» sono finiti nella rosa del Barcellona. Un club vincente si costruisce anche così”.

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9 commenti su “Fenucci “La tv ha cambiato il modo di vedere le partite. Non si può avere stadi scoperti come a Novara””

  1. Prima si giocava sotto il diluvio e con la neve ed andare allo stadio e cantare sotto la pioggia per 90 minuti aveva le stesse sensazioni di quando si fa l’amore con la propria ragazza.
    Questo SKYfo di calcio non mi da più queste sensazioni. Tutto finto, tutto di plastica, tutto programmato e pubblicizzato.
    NO AL CALCIO MODERNO!!!

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  2. Contro il Novare ero allo stadio e questa cosa del partita giocata sotto un diluvio biblico è una cosa inventata.

    E’ vero che c è stato un punto durante la partita che ha piovuto forte (verso fine primo tempo) però è anche vero che per tutto il resto della partita non ha piovuto praticamente mai!

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    • Lui parla del problema stadi in generale, Novara è un esempio che ha citato. Può essere che nn ha piovuto durante quella partita, ma nn nega l’esistenza del problema!( lo stadio a Novara è veramente da terzo mondo)
      Ed è anche una bellissima cosa offrire agli spettatori allo stadio le stesse cose che vengono offerte dalle tv!

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      • Si si su quello concordo anchio! purtroppo molti stadi in Italia son cosi….senza copertura, piccoli e inadeguati!

        Però la cosa del “diluvio biblico” (Roma-Samp partita annullata di qualche anno fa era un diluvio biblico) è totalmente falsa!

        Non ha piovuto per niente a parte verso fine primo tempo! però da tutte le parti si legge sempre “diluvio a Novara durante la partita” quando non è vero!

        Che poi lo stadio di Novara è inadeguato (come quasi tutti gli stadi italiani) te lo dico pure io che abito in provincia! 😉

  3. Alla fine devo dire che Fenucci mi ha sorpreso. Nel tempo di “transizione” si è comportato molto bene. Speriamo de rossi rimanga e si possa al piu presato trovare l’equilibrio nella squadra!

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