La conferenza stampa di Spalletti prima di Roma-Fiorentina

La consueta conferenza stampa integrale di Luciano Spalletti alla vigilia di Roma-Fiorentina.
 “In questo periodo ricorre un anno da quando siamo andati a giocare a Kiev. Mi ha telefonato il presidente di Soleterre. L’anno scorso aiutammo dei bambini malati di cancro che non hanno farmaci nè macchinari. Siccome hanno rifatto l’iniziativa anche quest’anno, se qualcuno lo vuole riportere mi fa un favore personale, proprio in funzione di quegli straordinari risultati che furono raggiunti l’anno scorso. C’è da mandare un sms da 2 euro al 48547. Vi ringrazio personalmente e vi porto i ringraziamenti del presidente di Soleterre. La società ha partecipato e qualcuno lo ha fatto anche individualmente. Grazie a tutti”.
Roma-Fiorentina per tornare a livelli altissimi anche in campionato.
“Sì. C’è bisogno di conferme perchè poi di terreno ne abbiamo perso molto e di conseguenza bisogna rifare dei risultati straordinari per rimetterci in riga con quella che deve essere la nostra ricerca, con quello che deve essere poi il risultato di fine stagione”.
Questa sfida è anche nel ricordo di una campagna acquisti recente in cui la Roma ha cercato costantemente Mutu. Visto i risultati attuali, il romeno serviva così tanto? Si può dire che la Roma stava bene anche senza questo giocatore?
“Mutu è sicuramente un giocatore di valore assoluto. Ci tengo a precisare subito una cosa: quella trattativa è stata portata avanti in maniera importante dal direttore Pradè. Fu un’idea sua. Aveva definito la trattativa in maniera corretta. Secondo me quello che diventa fondamentale è sempre il progetto. E’ la programmazione che deve fare la differenza. Al di là di quello che può essere il valore di un singolo calciatore. Perchè il modo di approccio in un collettivo deve essere questo come modo di gestire. Si può sempre sopperire alla mancanza di qualche calciatore e la Roma disputerà un buon campionato anche senza Mutu. Bisogna tenere conto poi il discorso del progetto: ci sono da valutare i comportamenti del giocatore, le caratteristiche tecniche. Era un’idea del direttore e l’aveva portata avanti lui, che io condividevo se si rimane in questi riferimenti. Perchè poi è sempre il progetto che conta, e adoperarsi di conseguenza per avere una disponibilità, una serenità nel contesto dove lavorare in maniera importante e corretta. Altrimenti poi vengono fuori delle differenze che non vanno bene”.
Nelle ultime quattro gare lei ha adottato quattro varianti di questo rombo. Quale variante si addice di più al suo credo tattico?Che Fiorentina si aspetta? Una Fiorentina alla pari, ferita dopo la Champions?
 “Una Fiorentina alla pari, probabilmente dispiaciuta dell’ultimo risultato conseguito in Champions. Spero che i viola raggiungano la Uefa a Bucarest perchè se lo meritano. Anche in considerazione dei risultati che questa squadra ha fatto in questi anni con Prandelli. L’anno scorso è arrivata in semifinale di Coppa Uefa e per arrivare là vanno vinte tante partite contro avversari importantissimi. Poi è arrivata quarta in campionato. La Fiorentina è una grande squadra che sarà ancor più stimolata dal fatto che è stata sconfitta nell’ultima partita alla quale teneva molto”.
 Adesso i giocatori sono molto caricati. E’ un rischio oppure è meglio così?
“Secondo me è molto meglio venir fuori dalle vittorie e magari andare incontro al fatto che ci sia troppo entusiasmo. Quello fa sempre bene. Se fosse eccessivo andrebbe un pochettino gestito, però che ci sarà bisogno di metterci mano in maniera imponente perchè i giocatori sanno benissimo quali risultati bisogna fare. Forse potrebbe essere più corretto dire che i calciatori si sono riappropriati della loro identità. Perchè poi sulle spalle abbiamo scritto qul nome lì e di conseguenza siamo una squadra importante che deve fare risultati. Questo è quello che stiamo facendo adesso ed è ciò che dobbiamo fare. Dobbiamo soprattutto evidenziare un buon calcio e nelle ultime partite la Roma ha fatto un buon calcio”.
Deve migliorare ancora di più la squadra o adesso si è stabilizzata?
“La squadra per me può ancora migliorare. Oltre ai risultati ottenuti nelle ultime gare, quello che mi fa ben sperare per il futuro è la qualità espressa, la facilità di far viaggiare la palla deve essere una nostra caratteristica”.
Brighi è l’uomo del momento. Si è detto però che il giocatore era stato un po’ accantonato…
per quello che sta facendo vedere adesso probabilmente poteva essere usato di più e il responsabile in questo senso sono sicuramente io. C’è da tener presente anche quali sono stati i risultati della squadra. Io non faccio titolari e riserve tutti i giorni. Io gestisco un gruppo e per
me questo gruppo ha grosso modo lo stesso valore. Qualche volta tratto qualcuno in maniera diversa, però penso di andare verso quello che è sempre più disponibile, quello che è sempre più intenzionato ai valori del gruppo. Se faccio qualche differenza è per il bene del gruppo. Brighi ha fatto vedere di essere un calciatore importante questo periodo, per me lo era anche prima, come sono tutti gli altri. E’ un giocatore poi che ha giocato da diverse parti, ma che poi è tornato alla ribalta venedo a giocare nella Roma, facendosi vedere dentro la Roma. E’ un calciatore che ha giocato in nazionale e che poi l’ha persa. Io sono convinto che ci ritornerà per quello che sta facendo vedere adesso. E’ uno insistente, uno che fa sempre le cose allo stesso livello. Brighi è come quelle batterie che si ricaricano da sole, lui parte e va sempre: all’allenamento e in partita. Si fa sempre trovare pronto al massimo e questo deve essere evidenziato e preso in considerazione da tutti quelli che fanno parte di questo sport”.“Forse lei si riferiva a me. Se prende i voti di tutti i giornali da quando Brighi è qui può vedere quello che c’è scritto e il rendimento che ha accompagnato le partite di Brighi. Mi sembra che Matteo abbia fatto una trentina di presenze per cui va tenuto in considerazione. Anche se.
Il modulo attuale potrebbe servire per raggiungere qualcosa di alto, oppure è un modulo di emergenza?
“Non è così. Dipende sempre da quello che mettiamo, da quello che la squadra propone, al di là di quelli che sono i moduli. Dipende sempre dalla serietà dei calciatori. Ora devono sapere che stanno facendo molto bene e quello è il modo che devono coltivare, su cui devono insistere e fare ancora meglio. Si è già visto dai risultati. Sono cambiate soprattuto le idee. Ho visto a Cluj saltare addosso all’avversario in sei-sette calciatori, è quello che fa la differenza”.
 

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