«Secondo me il mister dovrebbe capire che con Matteo in squadra sono più coperti e rischiano meno dietro». Il mister è Luciano Spalletti, Matteo è Brighi. E a parlare, intervistato da romanews.eu, è l’agente del centrocampista della Roma, Vanni Puzzolo. Brighi è stato uno dei protagonisti della vittoria dei giallorossi contro il Chelsea. E il giorno dopo il suo procuratore ne ha per tutti. Anche per Lippi («Non avrebbe sbagliato se avesse dato un’occasione anche a Matteo»). – Da ieri tutti celebrano Brighi… «Io ho sempre pensato che sarebbe diventato titolare di questa Roma, forse voi l’avete sottovalutata questa cosa, ma io e lui ne siamo convinti, ne eravamo convinti dall’inizio e ne siamo ancora più convinti adesso. Voi guardate sempre il risultato, ma voi guardate sempre solo il risultato. Secondo me Matteo a Londra ha giocato ancora meglio. Lui era troppo sacrificato nel ruolo di mediano incontrista, lui ha qualità e i giusti tempi di inserimento. Oltre a tamponare riparte». – Oggi molti lo stanno paragonando addirittura a Gattuso. Può tornare in corsa per una maglia della Nazionale? «Io credo che lui sia una via di mezzo tra Tardelli e Ancelotti. Ha una grande intelligenza tattica. Secondo me il mister dovrebbe capire che con Matteo in squadra sono più coperti e rischiano meno dietro. Ogni volta che non gioca la squadra perde. Sono sempre stato convinto che possa diventare titolare. Secondo me dopo Londra andava confermato, credo che a Roma sia ancora sottovalutato. Forse perchè è timido, perchè parla poco. Io gli dico sempre che anche in questo momento difficile sta giocando bene e titolare. E prima o poi se ne accorgeranno tutti». – Ma il ragazzo sente poco la fiducia del tecnico? «No, io sono convinto che Spalletti abbia grande fiducia, anche quest’estate, quando il ragazzo voleva andare via, il mister mi disse che lui vorrebbe allenare venti Brighi. E questa è una frase bella. Brighi sente la fiducia di allenatore, società e compagni. Noi abbiamo due modelli di giocatori: uno è Tommasi che è stato un grandissimo e importantissimo giocatore ma a Roma se ne sono accorti tardi. L’altro è Tonetto, un grande giocatore che come Matteo appare poco e parla poco con i giornali, ma è arrivato anche in Nazionale. Il nostro obiettivo è pedalare in silenzio, prima o poi qualcuno se ne accorge. Io credo che Lippi non avrebbe sbagliato se avesse dato un’occasione anche a Matteo». – Dopo Londra una frase emblematica di Brighi? «Lui mi disse: ‘Peccato, mi sono divertito tantissimo, abbiamo giocato bene ma magari per la sconfitta nessuno ci renderà meritò. E infatti è stato così. Anche ieri, al novantesimo sul 3-1 è andato a pressare Cech e gli ha tolto il pallone, per poco non fa gol. Credo che questo sia l’emblema di chi è Brighi. I tecnici devo capire che non conta il nome ma il rendimento e le motivazioni. Chi non le ha deve stare fuori».