A Trigoria sale la tensione. In mattinata si è tenuto l’allenamento della Roma che martedì sarà impegnata in Champions League contro il Chelsea mentre fuori dai cancelli del centro sportivo diversi tifosi erano radunati per manifestare tutta la loro amarezza dopo l’ennesima sconfitta della Roma, arrivata ieri sera con la Juventus. Non erano tantissimi, ma molto arrabbiati. Se la sono presa con tutti, anche con Spalletti che ad un certo punto, durante l’allenamento si è avvicinato al muro di cinta ed ha risposto ad uno di loro («Dispiacerà più a noi che andiamo in campo. È inutile che ce lo vieni a ricordare»). Il dialogo tra il tecnico e alcuni dei tifosi più arrabbiati è proseguito anche all’uscita dal centro sportivo. «Sono preoccupato anche io – l’ammissione di Spalletti ai tifosi, anche i giocatori sono dispiaciuti di questa situazione. È imbarazzante sia per noi che per loro, nello spogliatoio li ho visti molto tristi. I ragazzi continuano ad allenarsi, aspettando la situazione positiva. Ci mettono il massimo impegno. Sono preoccupato anche io. So che ci vuole tranquillità per arrivare a certi risultati. Mio figlio ha fatto a botte due volte per la Roma, perchè i compagni di scuola lo prendono in giro. Entrambi i miei figli non vogliono più uscire di casa perchè hanno paura. È vero, noi siamo privilegiati, ma in queste situazioni ne risente anche la vita privata. Va bene contestare, ma va sempre fatto in modo civile». Fermati anche Tonetto e Perrotta che non ha mancato di rispondere con decisione: «Le minacce non servono a niente. Dispiace più a noi. Siamo amareggiati per questa situazione, non ce la riusciamo a spiegare». Cerca di rassicurare i presenti Panucci: «Siamo una squadra che in dieci giorni può uscire dalla crisi. Dovete stare tranquilli, risolveremo tutto. A me non piace cercare scuse, voi lo sapete».