La Roma non passa l’ostacolo Milan. Serviva una vittoria per uno slancio definitivo verso la Champions ed è arrivato solo un pareggio, quello che ha consegnato lo scudetto ai Milan e ancora una volta ha fatto festeggiare gli altri nel nostro stadio.
Dalla squadra di Montella ci si aspettava di più,sopratutto in una serata in cui i quasi 60 mila dell’Olimpico erano pronti alla grande impresa. Invece l’unica cosa da sottolineare in maniera positiva e stata la coreografia della curva sud che ha accolto i giocatori all’ingresso in campo. Il cuore del tifo giallorosso ha voluto anche ricordare Antonio De Falchi, il tifoso giallorosso ucciso il 4 giugno 1989 a Milano prima di un Milan-Roma.
Un destino già scritto, una festa già pronta, una Champions sempre più lontana per i colori giallorossi. La gara di sabato sera allo stadio Olimpico ha dato l’impressione di essere un patto già accordato tra due società che ultimamente si scambiano favori e interessi.
Di sicuro, non sarà la frenata con i nuovi campioni d’Italia a costituire il maggior rimpianto di questa stagione, almeno in chiave Champions League. Il pareggio con il Milan ci può stare, soprattutto un Milan che aveva bisogno di un punto per cominciare la festa, quello che non doveva starci sono stati i tanti passi falsi imprevisti (i pareggi casalinghi con Bologna, Parma, Brescia, le due sconfitte a Marassi dopo essere stati in vantaggio, con il Genoa pure di tre gol) a fare da zavorra in una classifica che, matematica alla mano, vede la Roma non ancora sicura neppure dell’Europa League.
Mancano ancora 180 minuti per dare i verdetti finali di questo campionato, ma dopo la vittoria della squadra friulana sulla Lazio, tutto diventa molto difficile, visto e considerato che alla squadra giallorossa potrebbero non bastare due vittorie nelle ultime due gare. La squadra di Guidolin ha scavalcato sia Roma che Lazio e in questo momento tutto rimane nelle loro mani.
Il presidente Silvio Berlusconi nelle sue dichiarazioni dopo la conquista del titolo ha detto: “siamo abituati a vincere, adesso vogliamo anche la Coppa Italia”. Forse e proprio questo quello che manca alla nostra squadra del cuore, una mentalità vincente, una fame insaziabile di successi e quel carattere che fa diventare grandi le squadre.
Ricardo Lelli