Sicurezza è la parola d’ordine del governo. Sicurezza che è mancata per il migliaio di passeggeri del treno Intercity Roma-Torino praticamente saccheggiato dai tifosi del Napoli.
Il giorno dopo, mentre si invoca da ogni parte la linea dura, arriva la convalida dei fermi, ma l’immediata scarcerazione per cinque tifosi, tre giallorossi e due partenopei, bloccati delle forze dell’ordine prima, durante e dopo la partita Roma-Napoli. Lo ha deciso la magistratura della capitale di fronte alla quale i tifosi sono comparsi per essere processati con il rito direttissimo.
E il governo cerca di correre ai ripari. «Quanto è accaduto a Napoli avrà un seguito» e dal tessuto normativo già applicato «ripartiremo senza riguardo per nessuno e senza comprensione per nulla». Lo dice il sottosegretario all’Interno Alfredo Mantovano Sugli ultrà napoletani, Mantovano sostiene che sia stata data loro troppa fiducia poichè «Osservatorio e Casms (Comitato analisi sicurezza manifestazioni sportive, ndr) avevano confidato sui buoni risultati dello scorso campionato». «La cosa più triste – aggiunge – è che è bastata una giornata a cancellare i passati dati favorevoli». Ora i tifosi napoletani «rischiano di non fare più trasferte».
Alla domanda se condivida la decisione del prefetto di Napoli che ha fatto partire il treno, Mantovano risponde che «è intempestivo fare valutazioni prima di avere tutti gli elementi, ma se il bilancio è questo, è inutile nascondere che sia fortemente negativo».
Da Napoli arrivano prese di posizione diverse e contrastanti. L’Intercity Plus 520 carico di tifosi, partito da Napoli e diretto a Roma, quando ha lasciato la stazione era «tranquillo» e «la situazione era sotto controllo». Così il questore partenopeo, Antonino Puglisi, in un’intervista. L’ultima prima della richiesta di una relazione dettagliata da parte del ministro dell’Interno, Roberto Maroni. Una decisione che lo stesso Puglisi considera «un atto dovuto, anche in vista della riunione dell’Osservatorio sulle tifoserie».
Il questore dopo i danni a Trenitalia per oltre 500mila euro e un gruppo di cittadini presi in ostaggio dai tifosi napoletani, dice di non sentirsi sotto accusa. «Sono stato impegnato in prima persona per impedire che la situazione degenerasse, ero presente in mattinata in piazza Garibaldi a Napoli e ho mediato con i leader dei tifosi azzurri. Quando quel treno si è mosso da Napoli – ribadisce – non c’era alcun pericolo di ordine pubblico. I tifosi, circa 1.500, erano muniti di biglietto per il viaggio in treno e per lo stadio e, ci tengo a chiarirlo, erano assolutamente disarmati. In base a quale ragione avrei dovuto impedire la partenza del treno? Cosa avrei dovuto fare, un processo alle intenzioni?», si chiede.
Per il sindaco della città, Rosa Russo Iervolino «le violenze commesse dai tifosi napoletani sono un episodio estremamente doloroso». «Come al solito – secondo il sindaco – alcuni, pochi, agitatori danno alla città di Napoli ed ai suoi sportivi un’ immagine negativa». Per la Iervolino i veri tifosi non sono «nè violenti nè facinorosi».
[fonte: L’UNITA’]