Rassegna Stampa | CorSera | Non è bastato il vantaggio di Borriello per prevalere sul Brescia. Nonostante un primo tempo giocato male eravamo riusciti a passare in vantaggio con Borriello però non è bastato.
La speranza è che il Brescia non diventi il Livorno dell’anno scorso, che secondo Ranieri fu la causa della perdita del campionato.
Claudio Ranieri ha ripetuto più volte che la sua Roma non ha perduto lo scudetto, nel campionato scorso, per la sconfitta contro la Sampdoria ma per aver fatto soltanto un punto contro il Livorno, tra andata e ritorno. L’allenatore giallorosso, e con lui tutti i tifosi, sperano che il Brescia non si trasformi nel Livorno 2011. Sconfitta all’andata anche e soprattutto per le malefatte dell’arbitro Russo, ieri la Roma non è andata oltre il pareggio casalingo contro i lombardi, sprecando un’occasione più unica che rara visto il pareggio casalingo del Milan e la sconfitta del Napoli.
Che il Brescia, fuori casa, non sia una macchina da guerra lo dice il suo score: fino a ieri una vittoria, un pareggio e nove sconfitte in trasferta. L’ultimo punto lontano da casa era stato conquistato a San Siro, contro l’Inter, il 6 novembre 2010. Rinfrancato dal ritorno di Iachini in panchina, ben messo in campo con un 3-5-2, difensivo e ostruzionistico soltanto nel finale, ma senza esagerazioni, il Brescia si è tutto sommato guadagnato il suo punto. E potevano addirittura essere tre se Lanzafame non avesse colpito l’incrocio dei pali all’89’, in un classico contropiede.
La Roma del primo tempo si era immolata sull’esperimento 4-3-3. La scelta di Ranieri era Totti, Borriello e Vucinic tutti insieme, un po’ perché era ammessa solo la vittoria e un po’ per evitare musi lunghi a prescindere. La mossa non ha funzionato, perché Vucinic è abituato a giocare largo a sinistra ma Borriello è un pesce fuor d’acqua a destra. Totti non era rifinitore, ma punta centrale. Per 25’ il Brescia è stato padrone del campo, tirando tre volte verso la porta di Julio Sergio contro zero tiri zero della Roma. Un po’ meglio la parte finale del tempo, per i giallorossi, con una rovesciata di Vucinic smorzata da Zambelli e con un gran tiro di Cassetti da fuori area tolto dall’incrocio dei pali da un bel volo di Arcari, che aveva sostituito il titolare Sereni, infortunatosi nel riscaldamento.
Totti, Borriello e Vucinic avevano giocato dal primo minuto a Parma (squallido 0-0, il 24 ottobre) e contro il Lecce all’Olimpico (vittoria in rimonta, il 30 ottobre). Visti ieri fanno pensare che non siano riproponibili a breve. Meglio, per assurdo, la Roma ancor più squilibrata del secondo tempo, con Menez al posto di Simplicio e un 4-2-4 che, almeno, ha creato due traverse clamorose (Vucinic e Totti), il quindicesimo gol di Borriello in stagione (azione quasi rugbistica e tiro dopo un rimpallo in area) e una serie di potenziali pericoli. In mancanza di un impianto di gioco offensivo arioso e continuo, tanto vale affidarsi alle giocate dei singoli. Sui tempi regalati agli avversari, poi, si potrà aprire in qualsiasi momento un lungo discorso.
Il «solito» secondo tempo d’attacco, dopo un primo di osservazione, sarebbe comunque bastato se Riise non avesse commesso un errore di piazzamento da principiante sul cross di Hetemaj, al 24’ della ripresa. Il norvegese si è fatto beffare di testa da Eder, che non è certo un gigante. Nella stessa porta e con modalità simili al primo dei due gol di Pazzini con la maglia della Samp nella partita che per Ranieri non è costata lo scudetto dell’anno scorso. Ma questi sono punti di vista.