Mentre l’agente Fifa Fioranelli (è stato arrestato, nda) e l’imprenditore svizzero Flick sono accusati dalla procura di Roma di aggiotaggio e riciclaggio in relazione al tentativo di acquistare la Roma 2 anni fa, lunedì prossimo le “binding offer”, le offerte vincolanti dei soggetti interessati al club di Trigoria, saranno ufficiali. Nessuna proroga, e in quest’ottica è da interpretare anche il lavoro serrato che ha impegnato a New York i vertici di Unicredit a colloquio con la cordata statunitense che fa capo a Di Benedetto. Piergiorgio Peluso, direttore generale del corporate ed investment banking dell’istituto di piazza Cordusio, rientra venerdì a Milano.
L’accordo di massima c’è, la joint venture americana pagherebbe la Roma 120-130 milioni mentre la banca, che resterebbe nel capitale con una quota non bassissima, il 25-30%, avrebbe però ottenuto di non finanziare l’offerta pubblica di acquisto, limitandosi a fare un prestito di 50-60 milioni di euro alla nuova dirigenza nel momento in cui ci sarà la necessaria ricapitalizzazione. In sostanza, la futura proprietà della Roma diventerà socia e al tempo stesso debitrice della banca. Insieme agli americani, che puntano soprattutto allo sfruttamento del marchio Roma – basti pensare che dal merchandising attualmente si ricavano solo 7 milioni di euro dei 118 messi a bilancio al netto della gestione calciatori – restano in corsa il fondo Aabar e l’imprenditore romano Angelucci, la cui offerta sarebbe al momento inferiore.
E così mentre per tutte si chiuderà il mercato, per la squadra di Ranieri la prossima settimana aprirà un varco sul futuro: la Newco Roma, che vedrà la nascita non appena saranno formalizzate le offerte, sceglierà l’acquirente. Entro metà febbraio, è fissato poi un incontro nello studio di Cesare Ruperto per chiudere formalmente l’arbitrato che in estate ha avviato la cessione del club.
(Sportmediaset.it)