Rassegna Stampa – Il Romanista – Il mister Claudio Ranieri, dopo il passaggio del turno in Champions League contro il Cluj, e dopo il battibecco tra Burdisso e Totti, ieri ha voluto radunare i giocatori a Trigoria prima di iniziare l’allenamento, per parlare con la squadra.
Toni duri, come mai nella gestione Ranieri. Toni che non arrivano in seguito a una sconfitta, ma dopo il raggiungimento del primo – minimo – obiettivo della stagione: la qualificazione agli ottavi di Champions. Archiviata, per ora, la pratica europea e in attesa di rituffarsi in campionato, l´allenatore romanista ha voluto radunare la squadra a Trigoria per mettere in chiaro alcune cose. Alla presenza anche dei dirigenti, prima dell´allenamento pomeridiano, Ranieri, quasi completamente afono, ha preso la parola. E ha vuotato il sacco: non gli sono piaciuti certi atteggiamenti isterici dei giocatori (e non si riferiva solo alla lite Totti- Burdisso di Cluj), non riesce a capire come mai una squadra che appena qualche mese fa si lamentava della rosa ristretta adesso non riesca a digerire il turnover e, soprattutto, fa fatica ad accettare come si possano perdere, o pareggiare, partite in cui la Roma potrebbe vincere senza problemi. Ha voluto capire, Claudio Martello, ha voluto spiegazioni e ha preteso, soprattut o, concentrazione. Perché, ha detto a tutti i giocatori, «ricordatevi che voi siete la Roma». Lo dice spesso, Ranieri. E ha voluto ribadirlo anche il giorno dopo la trasferta in Romania. Un pareggio praticamente ininfluente ai fini della qualificazione, ma che non è piaciuto a nessuno. Soprattutto per il modo in cui è maturato, con un secondo tempo incolore da parte della Roma, rilassata dal vantaggio e dalle notizie che arrivavano dall´Allianz Arena, dove il Bayern demoliva il Basilea. Non è la prima volta – e questo è stato sottolineato più volte – che la squadra non riesce a portare a casa partite che sembravano già vinte: succede in campionato, dove negli ultimi trenta minuti sono stati subiti tredici dei venti gol finora incassati e succede anche in Coppa dove, sempre nell´ultima mezzora, la porta della Roma è stata violata per sette volte su un totale di undici.
Questione non tanto di forma atletica (non più almeno), quanto di testa e concetrazione, tasti su cui Ranieri ha insistito parecchio. C´è poi i capitolo comportamenti: il diverbio nato in campo e proseguito negli spogliatoi tra Totti e Burdisso non è piaciuto a nessuno. Dal presidente Sensi a tutti i dirigenti, compreso ovviamente l´allenatore. Per questo la società, che sta valutando se multare o meno i due giocatori, ha deciso che non saranno più tollerati atteggiamenti del genere. Per chi sbaglierà di nuovo, ci saranno sicuramentemulte pesanti e panchine in arrivo. Ai calciatori, poi, è stato chiesto di evitare dichiarazioni che possano, in questo momento, destabilizzare l´ambiente e creare casi che, invece, non esistono. «Abbiamo bisogno di tranquillità – è stato fatto notare – e ogni parola potrebbe essere strumentalizzata. Girano molte voci, cercate di isolarvi il più possibile». Non si può negare però che qualche spina, nella rosa giallorossa, ci sia. Una di queste ha il nome – e il talento – di Mirko Vucinic. Il giocatore non è sereno, vorrebbe giocare di più e sentirsi parte integrante del progetto Roma. Ma non per questo ha problemi con ´allenatore e i compagni. Ieri si è allenato con intensità, spronando gli altri che erano in campo con lui, e mostrando tutta la sua voglia di scendere in campo. Magari già da domenica contro il Bari. ATrigoria nessuno vuole sentir parlare di una sua cessione e tutti assicurano di preferire «giocatori vivi piuttosto che senza carattere. Se uno fosse felice di stare in panchina sarebbe molto preoccupante ».
Anche perché Ranieri ha dimostrato di concedere a tutti delle possibilità: un esempio può essere quello di Simplicio, partito in sordina e diventato, ad oggi, una pedina importantissima dello scacchiere romanista. Sta di fatto, però, che le lamentele cominciano ad essere tante. Dallo stesso Vucinic a Pizarro, da Adriano a Doni, più di qualche giocatore non è felice della situazione che si è venuta a creare già dal ritiro di Riscone. Uno stato d´animo magari comprensibile, ma che non può – e non deve – interessareClaudio Ranieri. È lui, infatti, che è chiamato a prendere le decisioni più importanti per il ene della Roma. E questo deve essere il fine primo, ma anche ultimo. Semplicemente perché non c´è altro a cui pensare, quando si indossa quella maglia. Anche i giocatori però sono chiamati ad assumersi le lororesponsabilità e, mai come in questo momento, la palla passa dai loro piedi. Se è vero che in molti la scorsa stagione avrebbero voluto una rosa più ampia, pertirare il fiato nei momenti più intensi, allora perché adesso che la rosa c´è, in tanti sono scontenti? Non è forse necessario per una grande squadra – o che perlomeno si definisce tale e ha un monte ingaggi tra i più alti dell´intera serie A – avere tanti giocatori per tutte e tre le competizioni? Sono queste le domande che aleggiano sul Bernardini e a cui, al più presto, bisogna dare una risposta. È necessario, vitale. Perché nessuno si deve dimenticare «che voi siete la Roma».