24-11-2010 – FORZA-ROMA.COM – Salve a tutti, belli e brutti. Vorrei iniziare quest’articolo con dei ringraziamenti. Si lo so, di solito si fanno alla fine, ma a me che mi frega delle regole del buon scrivere. Che credete di avere a che fare con Gianni Mura? Sono molto più giovane e bello, io. E quindi, libero di fare come cacchio mi pare.
Vorrei innanzitutto ringraziare tutti i ragazzi presenti ieri in Curva perché mi hanno provocato una lesione permanente all’apparato uditivo. Grazie, ne avevo bisogno. Anche se alla visita di controllo al Gemelli stamattina non ero solo… in sala d’attesa, c’era anche il simpatico portiere Kraft, ovviamente figlio del magnate della Mayonaise, ancora scosso per i ruggiti che gli hanno fracassato i timpani nel corso di tutto il secondo tempo. In secondo luogo vorrei ringraziare le mie corde vocali, mie fide compagne di curva, che mi hanno supportato nel corso di tutta la partita, cedendo solo nei minuti finali. Lo so che innaffiarvi con del buon Borghetti introdotto di straforo beffando le minuziosissime perquisizioni delle forze dell’ordine non basta a ripagarvi, ma cercate di capire, ieri non c’era altro modo per venire a capo di una simile partita.
Già, bisognava tornare a tifare davvero. Si era discusso molto in settimana. Anche nel mio articolo precedente (La curva che non canta più, ndr) avevo menzionato come sembrava perso lo spirito dei bei tempi andati, come speravo che si tornasse a gridare e come le nuove leve dovessero capire che la Roma non va subita passivamente. Beh, ieri di passivo in Curva c’è stato solo quel mio amico gay che ogni tre per due mi chiedeva se avevo una gomma da masticare. NON CE L’HO, *****.
Stadio con un affluenza degna di Roma-Bari anno 2008 (che adesso ci vogliono far passare come pienone) cori dal primo minuto, gente carica e voglia di vincere e proseguire la cavalcata verso una qualificazione messa troppe volte in discussione dalla Roma stessa. Inizio passabile, anche se dalla Curva si vedeva come la Roma non fosse proprio partita in quarta, arrivavamo secondi su molti palloni, eravamo fallosissimi (il primo tempo si è chiuso 9 falli a 1), fino al gol dei teutonici. Non preso benissimo dalla Curva, per usare un eufemismo. Quel gesto da torero di Mario Gomez, poi… pensate, i più pacati volevano scavalcare per entrare in campo a fare il toro. Sul secondo gol preferisco sorvolare, perché se ci eravamo leggermente alterati al primo al secondo in molti si erano ormai convinti da un pezzo di come il nostro carissimo amico comune in panchina avesse di nuovo sbagliato completamente formazione, schierando tre centrocampisti interamente dedicati a svolgere compiti difensivi senza nessuno in grado di rientrare dalle fasce. Molti hanno fatto notare ai propri compagni di curva di come Danielino non fosse proprio in forma (sempre con grandissima serenità di giudizio, ndr.). Ok, ma adesso basta con i brutti ricordi… passiamo a quello che è successo dopo, non l’ho ancora scritto sto già a fregarmi le mani.
Nel secondo tempo Ranieri finalmente leva un evanescente Greco (in molti in Curva cominciano a pensare che il ragazzo di San Basilio abbia bisogno di qualche turno di riposo, che so magari potrebbero bastare 50-52 turni) e fa entrare “Chinotto” Simplicio. Ho detto “chinotto, non “Canotto”… quello è Adriano! Si accende Menez e con lui tutta la Roma. Il gol-lampo accende anche la Curva, che comunque aveva aperto il secondo tempo con un assordante “Quando l’inno s’alzeràààà… tutto il mondoooo, tremerààà!”. Ci si scatena in Curva, la Roma sembra un’altra squadra, lo si percepisce da subito. Tra tifosi ci si guarda sbigottiti, incapaci di realizzare come solo 5 minuti prima avessimo il morale nel seminterrato dell’Olimpico. La gente ha il sangue negli occhi, se gli chiedi in che risultato sperano, ti rispondono ruggendo “Sfonnamoliiiii!!!”. Comincia il delirio, la gente urla, sbraita, incita, canta. D’un tratto, tutti credono in tutto. In quei minuti, tutto è possibile. Nemmeno quando “Chinotto” si mangia tre gol di fila la Curva smette di crederci. Al 70esimo si alza Totti. Tutti pensano a una sostituzione con Vucinic, autore di una prova fino a quel momento opaca, invece esce Brighi e Ranieri si leva la maschera, si accende la sigaretta, cambia tono di voce e… puff… È ZEMAN! La Roma ci mette un paio di minuti a capire cosa vuole l’allenatore da lei ma quando lo capisce non c’è più storia per i malcapitati sbafatori-di-crauti-a-tradimento. Qundo De Rossi infila il figlio del Re del Ketchup all’80esimo la gente esce di senno. È come se la gente già sapesse che questa partita ormai si vince. Van Buyten si volta verso la Sud e negli occhi c’è solo paura! Sparacchiano in calcio d’angolo, in fallo laterale, il pallone scotta come la fejoada di Adriano tra i piedi dei giocatori (eppoi provateci voi a prendere a calci un pentolone di zuppa di fagioli… mica facile eh?).
Il rigore, devo essere onesto non l’ho voluto vedere. La nostra storia non lasciava presagire nulla di buono e quindi ho preferito voltarmi e guardare i volti tiratissimi dei miei compagni di curva. Ma da come hanno reagito, tra le righe ho intuito che stessi assistendo a un evento storico!
Il vostro “gonzo”,
Larry Montana*
*P.S.: Larry Montana = La Remontada