Rassegna Stampa – Gazzetta dello Sport –Breve cronaca di un compleanno mal riuscito. Inutile nasconderlo, dopo la sconfitta col Basilea Claudio Ranieri ha soffiato sulle 59 candeline sperando di spegnere l’incendio che aveva nel cuore. I numeri di questo inizio stagione d’altronde parlano chiaro: 6 sconfitte e 21 gol subiti (12 dei quali negli ultimi 20 minuti: un caso?) in 11 match. Per ritrovare un avvio flop del genere (25 reti subite), insomma, bisogna andare indietro al 2004-05. Corollario: una eventuale eliminazione in Champions prima degli ottavi farebbe perdere circa 8 milioni, svalutando ulteriormente una società in vendita e con i bilanci in rosso. Nessuna sorpresa, perciò, che Rosella Sensi — ferita dall’idea di uscire di scena con un flop — abbia varcato i cancelli di Trigoria con una idea chiara: mandare la squadra in ritiro fino a domenica. Risultato? Nulla di fatto.
L’ultimatum La serie di vertici (con i dirigenti, con la squadra e il tecnico, poi da soli tecnico e squadra, infine colloqui individuali fra allenatore e alcuni «senatori») hanno partorito certezze a tempo. La prima: se la Roma perderà a Parma, ci sarà ritiro fino al match con il Lecce; la seconda: l’allenatore non rischia. Per ora. Idea Leonardo – Una persona molto vicina alla famiglia Sensi, infatti, ieri ha telefonato a un noto manager internazionale per avere informazioni su Leonardo, ex allenatore del Milan. Uno scambio d’idee, ovvio, che potrebbe decollare solo in caso di un disastro totale. Tornando a Trigoria, la presidente a tutti ha fatto la stessa domanda: «Spiegatemi che succede».
Sul ritiro è parsa convinta ed è stato solo il colloquio col gruppo che l’ha frenata. Chi ha parlato (Totti, De Rossi, Vucinic, Perrotta, Pizarro) ha sottolineato un concetto: «Siamo gli stessi che 5 mesi fa hanno sfiorato lo scudetto, non siamo diventati lavativi. I ritiri non servono».