Manuel Chiodo | Forza-Roma.com | Come sempre è una dimostrazione d’affetto, una grande dimostrazione d’affetto. Proprio come a Verona, i tifosi della Roma hanno colorato di giallorosso gli spalti di San Siro, hanno fatto capire per l’ennesima volta che loro ci sono, SEMPRE e comunque per sostenere qualcosa che viene dal profondo del cuore, qualcosa che li porta a percorrere moltissimi kilometri senza mai stancarsi, quella stessa cosa che spesso però li delude e non li gratifica come vorrebbero. Vedere cento, mille bandiere sventolare come se fossimo all’Olimpico riempie di gioia chi li guarda da casa e dovrebbe rendere orgogliosi anche i giocatori, che però sabato hanno deciso di regalare 3 gol alla squadra più titolata della scorsa stagione, dopo un primo tempo giocato in maniera molto positiva. A loro basterebbe poco per essere saziati: non chiedono la champions nè tanto meno le stelle, ma l’impegno no, quello non deve mancare mai, perchè la soddisfazione e l’orgoglio di vedere 11 soldatini in campo supera di gran lunga il potere del dio denaro e questo i tifosi della Roma lo sanno bene, anzi benissimo. Sembrerebbe una cornice da favola quella appena descritta ma come al solito, anche nelle favole più belle arriva il mostro cattivo a rovinare la festa. Come altre volte era succeso, una sparuta minoranza di vandali, mandrie di bestie allo stato brado hanno deciso di mettere sottosopra gli autogrill della stazioni che incontravano sul loro tragitto e scontrarsi con la polizia una volta giunti alla stazione di Milano centrale. Come se non bastasse, durante la partita si è verificato quello che ormai troppo spesso nei nostri stadi avviene, ossia un continuo lancio di fumogeni e bottigliette d’acqua, che hanno costretto l’arbitro ad interrompere la gara per 6 minuti, tagliando le gambe ai nostri giocatori già sufficientemente abbattuti dai loro stessi errori e dalle loro stesse ingenuità. La squadra non è l’unica a dover crescere insomma, anche molti ragazzi dovrebbero farlo, perchè questi atti violenti quanto inutili e autolesionisti non servono a nulla, e di certo non aiutano nemmeno i giocatori. I veri tifosi della Roma sono stanchi di questa situazione; essere additati come dei barbari incivili e rissosi è un boccone duro da mandare giù e contiunuando su questa via la nomina che ci hanno affibbiato non può di certo cambiare anzi…Perchè tutto questo?Fustrazione?Rabbia?Protesta contro la Tessera del tifoso?Non diteci che sono dei buoni motivi per comportarsi così perchè se c’era un modo di dimostrare ancora una volta la genuinità dei nostri sentimenti e l’attaccamento ai colori questo era sicuramente il modo più inopportuno. Sono arrabbiato oggi, e forse lo sono chi come si è stancato di vivere tutto questo e forse sono anche duro in quello che dico, ma quando oggi ho letto che il CODACONS avrebbe richiesto 3 giornate di squalifica all’Olimpico, non sono riuscito a trovare una giustificazione valida per controbbattere la loro tesi, nemmeno una. Con tutta onestà non penso che questo provvedimento, che peraltro non verrà mai accolto, basterà a cambiare queste scene di routine ormai,c’è bisogno di altro, di provvedimenti più severi per tutti oltre che di un cambiamento radicale, alla base. La violenza nell’ambito calcistico è un problema di cultura oltre che di etica. C’è bisogno di un rinnovamento, di un progetto su cui si possa fondare la struttura del mondo del pallone, a partire dai dirigenti, dalle società, dai procuratori e da tutti quelli che di esso fanno parte. In europa, e non solo, i tifosi violenti vengono puniti severamente per ogni loro errore e finiscono perfino in galera, mentre quelli rispettosi e degni del loro nome godono di molti privilegi, che li avvicinano alla società. Come più volte mi ripeto nel “bel paese” in cui viviamo ogni occasione è buona per fare polemica anche senza aver capito per quale motivo si stia protestando. Il giorno in cui non avverrano più questi episodi e saremmo pronti ad accettare anche una sconfitta in maniera dignitosa come vedo accadere spesso negli stadi inglesi, potremmo dire di essere cresciuti davvero e ci toglieremo quella nomina che il nostro paese e spesso anche i nostri tifosi hanno agli occhi di tutto il mondo. Solo in quell’occasione le favole non saranno più un sogno ma potranno trasformarsi in realtà.