Rassegna Stampa – Il Romanista – Moderatamente soddisfatto dalla prestazione della sua squadra e particolarmente intrigato. Da cosa? Facile, dal tridente delle meraviglie, quello formato da Totti, Adriano e Vucinic. Claudio Ranieri, nella conferenza stampa al termine della prima uscita stagionale della Roma, non nasconde la sua voglia di far coesistere tutti gli attaccanti a disposizione: «Vi intriga? Anche a me. Ma il fatto che funzioni non dipende dall’allenatore. Ma dalla squadra. Da come reagisce. Questi sono giocatori di qualità, un conto però è vederli adesso, un altro in campionato e in Champions. Ma se non provo adesso, allora quando? In certe circostanze li metterò, quindi è bene vedere come reagisce la squadra». E pare aver reagito bene, anche se la selezione di Riscone e Brunico non può essere un test attendibile. Ma i tre lì davanti hanno tentato di dialogare, proprio come voleva il tecnico: «Avevo chiesto a loro tre di trovarsi e hanno cercato di farlo. Sono moderatamente soddisfatto. Non era facile giocare dopo pochi allenamenti. Abbiamo la nostra filosofia, cioè giocare la palla. L’importante è portare la squadra in forma al momento giusto. Sono contento di Totti, è rimasto in forma. Bene Adriano». E l’Imperatore era il più atteso di questa prima sgambata: «Non è una scommessa, è tornato in Italia e ha tanta voglia di fare bene. Io sono convinto che ci riuscirà. Sul centro destra ha la possibilità di tirare in porta col mancino – ha detto Ranieri -. E’ conforme alle sue caratteristiche. Così come Vucinic che è destro, ama partire da sinistra». Insomma, dalle sue parole pare proprio che Ranieri creda alla possibilità di far giocare il tridente.
Lui frena: «Non ho deciso di puntarci forte, ma ci saranno circostanze che lo richiederanno. L’anno scorso non potevo fare prove, dovevo fare punti. Ora, avendo queste gare di allenamento a disposizione mi sembra giusto provare tutto. Soprattutto un tridente con questo potenziale di gol». Il tridente, perfetto. E Menez? Ranieri non si è affatto dimenticato di Jeremy e per lui ha sempre parole dolci: «Jeremy può giocare in ogni ruolo. E’ un calciatore stupendo. Deve trovare la continuità. L’ho sempre detto. Anche l’anno scorso, quando sembrava che non si mettesse a disposizione della squadra, era un messaggio che mi lanciava». E il francese ha già fatto vedere di essere pronto ad una grande stagione. In qualsiasi ruolo, anche a centrocampo, come nel 4-3-3 di ieri. Un esperimento che si potrebbe ripetere per cercare nuovi equilibri: «A me non interessano le amichevoli. Mi interessa avere la possibilità che in caso di necessità di tridente loro sappiano muoversi e dare equilibrio». Equilibrio, quello che ha cercato fin dal primo giorno in giallorosso per rimettere in piedi una difesa che era diventata un colabrodo: «Noi siamo bravi a tenere palla e fare gol, ma dobbiamo riuscire ad essere compatti. Lo scorso anno non sempre lo abbiamo fatto.Questa è la mia prima raccomandazione alla squadra. Dobbiamo migliorare, anche perché la squadra che vince in Italia è quella che incassa meno gol». E in questo senso sarà importante la felice conclusione della trattativa per riportare nella Capitale Nicolas Burdisso. Dopo la battuta di Totti al sindaco di Riscone («ci serve un difensore»), Ranieri conferma: «Sì, ci serve un difensore. Io non ho l’età, sennò una mano la davo. Certo che c’è l’orientamento di riportare Burdisso a Roma. Non posso dire che tornerà. Ma è nelle nostre intenzioni. E qui mi fermo.Per il resto lascio lavorare la società». Poi il tecnico giallorosso si è soffermato sui singoli. A partire da Cassetti, assente ieri in partita: «Sta bene. Ha solo un piccolo sovraccarico. Domani (oggi, ndr) fa allenamento. Anche Pizarro sta bene, continua il suo percorso riabilitativo. Martedì (domani, ndr) lo rivedrete con tutti gli altri. Rosi è migliorato tantissimo, vuole arrivare in alto. E’ una buona alternativa a Cassetti». E poi c’è Simplicio, che ha fatto il vice Pizarro: «Lo abbiamo preso per fare anche questo, anche se quel ruolo lo può ricoprire pure De Rossi». L’ultima, amara, battuta prima di fermarsi 20 minuti con i tifosi per firmare decine e decine di autografi è sulla polemica Totti-Lega Nord: «Ho paura che siamo caduti in basso. Se una battuta di uno sportivo causa questo, significa che stiamo messi male. Se si pensa a lui, vuol dire che non c’è niente di meglio da fare, o peggio ancora c’è da nascondere qualcosa».