Rassegna Stampa – Il romanista – Pizarro, De Rossi, Perrotta, Taddei, Brighi e, buon ultimo, Fabio Simplicio. Senza considerare che anche Jeremy Menez e Mirko Vucinic sono stati spesso utilizzati da Ranieri in mezzo al campo. Alzi la mano chi non vorrebbe nella propria squadra un centrocampo del genere. Il tecnico di Testaccio può ritenersi fortunato, perché il prossimo anno l’avrà e questo gli consentirà, come ha già fatto in questa stagione, di cambiare assetto tattico a proprio piacimento: in avvio di partita o a gara in corso. Con l’arrivo di Simplicio, infatti, si è messo quel tassello che mancava per completare il reparto giallorosso (manca ancora un esterno in grado di fare il vice-Taddei ma si sta lavorando per prenderlo), che ora diventa davvero uno dei più forti in Europa.
C’è tutto, nel centrocampo romanista: ci sono la classe innata e il senso del gioco di un genio come David Pizarro, la forza fisica e la capacità realizzativa di Daniele De Rossi, la quantità e la capacità d’inserimento di Simone Perrotta, la grinta di Brighi, la duttilità di Taddei. E poi c’è il nuovo arrivato, Fabio Simplicio, che racchiude in se molte caratteristiche dei suoi nuovi compagni di squadra: il brasiliano può infatti giocare sia come vice-De Rossi sia al posto di Perrotta e può provare a fare anche il ruolo di David Pizarro. Un vero e proprio jolly, insomma, che non potrà che essere utile a Ranieri il prossimo anno. Con questi giocatori a disposizione Ranieri può decidere di schierare la squadra con un classico 4-4-2 (Taddei e Perrotta esterni, De Rossi e Pizarro centrali) o più spregiudicato (Menez e Vucinic sugli esterni), può fare il rombo (Pizarro o Simplicio playmaker, De Rossi e Taddei/ Brighi interni con Perrotta/Simplicio/ Menez trequartisti) o il 4-2-3-1 (De Rossi/Simplicio e Pizarro davanti alla difesa, Taddei, Perrotta (Simplicio o Menez), Vucinic alle spalle del centravanti e soprattutto può cambiare tutti questi sistemi di gioco a partita in corsa, semplicemente spostando di qualche metro un giocatore.
E’ un reparto talmente forte, quello giallorosso, che dire che sia tra i migliori in Europa non è una bestemmia. Sicuramente in Italia se la gioca solamente solo con quello dell’Inter campione di tutto. A meno di saccheggi da parte di Mourinho, o di nuovi arrivi, le colonne del centrocampo nerazzurro sono Cambiasso e Stankovic. Poi bisognerà vedere come il nuovo tecnico deciderà di far giocare la squadra: Sneijder, ad esempio, in questa stagione ha giocato da trequartista puro ma il prossimo anno potrebbe essere utilizzato anche da esterno. Poi ci sono Muntari e Thiago Motta mentre il futuro di Quaresma e Mariga non è ancora certo. Seguendo la classifica della serie A si arriva al Milan, che come nomi ha un signor centrocampo ma un’età media che da Villa Arzilla: Gattuso, Seedorf, Pirlo e Ambrosini sono nella fase discendente della carriera e Flamini, il più giovane di loro, potrebbe essere ceduto. Sampdoria, Palermo e Napoli non sono top team e comunque hanno una rosa nettamente inferiore a quella giallorossa mentre alla Juventus ci sono “lavori in corso”. Il centrocampo bianconero è composto principalmente da calciatori forti fisicamente ma poco tecnici: l’unica eccezione è il brasiliano Diego, che però nel suo primo anno italiano non ha entusiasmato. Per il resto Felipe Melo, Sissoko e Poulsen garantiscono più quantità che qualità, Camoranesi sta più male che bene. L’unica nota positiva arriva da Marchisio, che ha detto in Nazionale di ispirarsi a Simone Perrotta. In attesa degli esterni chiesti da Delneri per il prossimo anno, in mezzo al campo la Juventus è un passo indietro rispetto alle altre.
Spostandoci in Europa il livello della competizione si alza, almeno rimanendo ai top team. Barcellona, Arsenal, Chelsea, Liverpool in mezzo al campo sono delle vere e proprie corazzate. Quello del Chelsea è impressionante: con Essien e Mikel la forza è assicurata, con Lampard, Ballack e Deco la classe pure, Malouda e Cole sugli esterni sono una garanzia. Quello di Ancelotti è forse il centrocampo più forte in circolazione. Altro genere, ma non meno forte, quello del Barcellona di Pep Guardiola: Xavi e Iniesta sono, insieme a Pizarro e Fabregas, i registi più forti in Europa, Keita e Yaya Tourè invece garantiscono muscoli e polmoni in una squadra che è principalmente tecnica. Rimanendo in Spagna, se il Real Madrid continua a cercare Daniele De Rossi un motivo ci sarà: Gago, Mamadou e Lassana Diarra e Guti non troverebbero spazio in giallorosso mentre Xabi Alonso è sicuramente un grandissimo interprete del ruolo ma nella sua prima stagione spagnola ha deluso. Lo spagnolo ha lasciato un bel vuoto a Liverpool, anche se il centrocampo dei Reds è di primissima qualità: Gerrard, Mascherano, Aquilani, Lucas Leite, ma anche Babel e Kuyt, schierati spesso sugli esterni, non hanno bisogno di troppe presentazioni.
Rimanendo in Premier League, l’Arsenal di Wenger è una delle squadre che gioca meglio. Merito principalmente di Cesc Fabregas, e infatti il Barcellona sta provando in ogni modo a portarlo in Spagna, che insieme a Denilson, Rosicky e Nasri è l’interprete perfetto per il 4-4-2 dell’allenatore francese. Centrocampo molto muscolare, invece, quello del Manchester United: la squadra di Ferguson punta molto sulla forza fisica di Scholes, Hargreaves e Carrick in mezzo, mentre sulle fasce si affida alla fantasia di Nani e Giggs o alla quantità del coreano Park Ji Sung. Passando dall’Inghilterra alla Germania, il centrocampo del Bayern Monaco può stare tranquillamente tra quelli top in Europa: merito di Frank Ribery, che in questa stagione è stato spesso utilizzato sulla fascia sinistra nel 4-4-2 e di Robben, spostato dalla parte opposta: con due esterni del genere basta rimanere coperti in mezzo dove van Bommel macina chilometri. Completano il reparto Altintop, Schweinsteiger e Tymoshchuk.