L’importanza di Mkhitaryan nello scacchiere di Fonseca

Quante persone alla vigilia del campionato avrebbe pensato a una Roma cosa in alto in campionato e cosa convincente a livello di gioco. Rispondiamo noi: decisamente poche.

Questo perchà© dopo una campagna acquisti in tono minore e le voci di partenze illustri che si sono rincorse sino alla chiusura della finestra estiva di calcio mercato, l’entusiasmo attorno alla squadra latitava sia Trigoria che nelle roccaforti classiche del tifo giallorosso, tanto che pensare a un inizio di stagione cosa scintillante pare pi๠un azzardo degno del miglior casinಠonline che una prospettiva concreta e realizzabile.

E invece, nonostante la batosta determinata dalla sconfitta a tavolino subita ingiustamente contro il Verona – dopo una partita gestita nel miglior modo su un campo difficile come il Bentegodi contro una formazione, che sa ha perso pedine importanti rispetto allo scorso anno, tra cui Kumbulla, ma che resta  temibile, soprattutto all’esordio -, che poteva avere strascichi a livello psicologico, la squadra di Fonseca ha inanellato una serie di 9 risultati utili consecutivi tra campionato e Europa League, dando l’impressione di essere una squadra solida, con un’impronta di gioco ben definita e con dei margini importanti di crescita, soprattutto a livello di quadratura tra i reparti. Protagonista assoluto di questo inizio di stagione, ricordiamo ai pi๠distratti che i giallorossi senza la sconfitta decisa sui tavoli del giudice sportivo, farebbero compagnia al Milan di Pioli in vetta alla classifica, é stato senza ombra di dubbio Henrikh Mkhitaryan.

L’esterno offensivo ex Arsenal si sta rivelando il vero asso nella manica nell’assetto tattico di Fonseca, e le statistiche, certo importanti e rilevanti, non rendono giustizia alle prestazioni del centrocampista armeno, ma soprattutto non fanno capire completamente quale sia il peso specifico del numero 77 nell’economia degli schemi del tecnico portoghese. Oltre alla vena realizzativa, e questa é sempre stata una sua caratteristica peculiare, Mkhitaryan  ha un ruolo chiave nello sviluppo verticale del gioco della Roma ed é in grado col suo estro di dettare ritmi e geometrie, favorendo gli inserimenti dei terzini e sfornando assist per Dzeko e compagni. Efficacia ed estro unite a una costanza che nessuno si sarebbe mai aspettato da un giocatore che ha già  calcato palcoscenici importanti, ma che invece si é presentato nella capitale forte sa della sue esperienza, ma con delle forti motivazioni.  La sua versatilità  gli consente di ricoprire vari ruoli del 4-2-3-1 messo in campo da Fonseca, sia a destra che a sinistra, con chiara propensione offensiva, ma senza disdegnare i compiti di fatica per garantire comunque quella solidità  che é la caratteristica nuova della Roma di questa stagione. 

E alle qualità  tecniche indiscutibili del calciatore vanno aggiunte anche quelle umane del 77 giallorosso. Un esempio? La sua capacità  di immergersi anima e cuore nella realtà  e nella cultura della nazione che di volta in volta lo ospita. Non si tratta di una cosa scontata, cosa come non é scontato che una persona riesca ad imparare una lingua come l’italiano, peraltro con risultati eccellenti, in pochissimi mesi dal suo sbarco nella capitale. Oltre ad essere un vero poliglotta (parla altre 6 lingue oltre all’italiano), Mkhitaryan puಠesibire una laurea ottenuta presso l’Istituto di Cultura Fisica d’Armenia.

E il suo impegno per il riconoscimento del genocidio armeno e pi๠recentemente per la risoluzione della grave crisi nel Nagorno Karabakh che sta mettendo a dura prova le popolazioni di quell’area, sono ben note a tutti e lo accomunano a tutti i suoi compatrioti pi๠illustri, innamorati follemente della propria terra.
Insomma un personaggio di spessore sia all’interno del rettangolo di gioco che fuori, che se assistito da una forma fisica spesso ballerina e beffarda, potrà  confermarsi come asso nella manica di Fonseca per continuare a far sognare i tifosi della curva sud. 

Condividi l'articolo:

Lascia un commento