Possiedo qualche azione dell’AS Roma; poca roba, per carità. Peraltro, ultimamente ero seriamente intenzionato a darle via; magari ne avrei ricavato una pizza con gli amici. Poi è venuto prepotentemente fuori il discorso dell’azionariato popolare, per cui, prima di fare passi avventati, ho pensato di contattare Walter Campanile, per girargli un quesito: potrebbero le mie azioni convergere nel progetto e contribuire a realizzarlo? La risposta: “stiamo valutando anche questo, ma per ora basta un’adesione morale; sarai tu a decidere cosa fare delle tue azioni”. Onesto, non c’è che dire; ma, di certo, poco chiarificatore. Allora, ho pensato di cercare la mia risposta documentandomi, leggendo tutto quanto riguardasse la materia; mi sono fatto una cultura. Ed ho scoperto cose semplici e sorprendenti. Ho scoperto, per esempio, lo scetticismo degli addetti ai lavori e l’ostracismo di coloro che dovrebbero intervenire con le risorse maggiori, i cosiddetti tifosi vip. Ho appreso, ahimé, che, alla fine, la Roma non trarrebbe alcun beneficio tangibile dall’iniziativa, tanto piccolo sarebbe il rilievo nella gestione globale della società. Dunque, mi sono posto la più universale delle domande: perché? Semplice: trattasi di un investimento sull’emotività di una tifoseria che farebbe di tutto pur di aiutare la propria squadra “in crisi”. Già, in crisi, ma non certo di risultati. Ed ecco, allora, l’ennesimo paradosso: l’ottimo momento che stiamo vivendo, sul piano strettamente sportivo, ha soppresso gli incentivi statali sulla rottamazione dei nostri cuori infranti; “fintanto che le cose vanno bene, non hai diritto a lamentarti”. Nemmeno se sei stufo di sentire ripetere il solito ritornello, secondo cui la Roma “non può permettersi di…”. Non più tardi di tre giorni fa, Mister Ranieri ha sottolineato come la differenza tra la Roma e l’Inter sia tutta nel fatto che i giallorossi non possono puntare a giocatori da dieci milioni. E perché mai? Non si era detto che, ove quest’anno la Roma fosse arrivata tra le prime quattro, in estate avremmo avuto un tesoretto da spendere sul mercato? Ranieri avrà mica ricevuto indicazioni diverse? Morale della favola. La Roma, ad oggi, è fortissima. Migliorarla significa acquistare giocatori di livello superiore rispetto a quelli che abbiamo, ma questo non rientra nelle nostre facoltà. Tuttavia, finché si vince, la società non va attaccata e perfino parlare di azionariato di massa, ancorché, a questo punto, assolutamente inutile, diventa ingeneroso ed “impopolare”. A Napoli si dice “cornuti e mazziati”…