Il Messaggero, A. Angeloni
«Mi piace giocare in un attacco a due, si adatta alle mie qualità . Ho segnato con la Repubblica Ceca un gol (con la Cina nella China Cup, ndr) che mi aiuta,ma non voglio esagerare e sopravvalutarlo, devo ancora crescere», Patrik Schick, versione numero due, ieri. Facciamo un passetto indietro, al Patrick Schick versione numero uno, qualche giorno prima: «La stagione non sta andando come mi immaginavo. La pressione c’é ancora, d’altronde sono stato uno degli acquisti pi๠costosi in Italia. Ho provato a non sentirla, ma a Roma é impossibile. Non voglio cercare scuse, non é stato l’inizio migliore, ma dimostrerಠdi essere da Roma. Forse c’é stata un po’ di fretta, avrei dovuto cominciare pi๠lentamente, ma ero entusiasta di poter giocare. Il mio corpo, perà², non era ancora pronto e i miei muscoli non hanno retto». Schick, insomma, ha capito perfettamente la situazione, o almeno dice di averla capita. Il problema é di adattamento, dovuto a un inserimento ritardato per via degli infortuni, e tattico, specificando come lui si trovi meglio in un attacco a due. Quindi, non se ne esce. Per ora. Ma il futuro puಠriservarci sorprese. 1) Che Schick impari ad adattarsi a giocare in altre posizioni e l’età gli consente di farlo. 2) Che Di Francesco si inventi un sistema di gioco per agevolare il talento di Patrik. Diciamo che da qui alla fine della stagione é pi๠facile sperare nell’ipotesi numero 1 che non nella 2. Perchà© la Roma, specie in vista dei prossimi complicati trenta giorni, difficilmente rischierà esperimenti. Esperimenti, semmai, proponibili nella prossima stagione, con una preparazione completa da effettuare. E Schick l’ha saltata per i noti problemi cardiaci e poi interrotta continuamente per diversi infortuni di natura muscolare.
LA PRESSIONE – Al netto delle decisioni che verranno prese la prossima stagione (la Roma deve ragionare in funzione dell’investimento complessivo, a riscatto avvenuto, di una quarantina di milioni), ciಠche appare confortante é quello che il calciatore aveva dichiarato qualche giorno fa sulla questione psicologica, sulle motivazioni, sulle sue difficoltà , sulla fretta di rientrare (il Patrik Schick versione numero uno). Ecco, una delle parole chiave é la fretta. Che tanti hanno avuto nei suoi confronti (la smania di vederlo in campo) e che lui stesso ha avuto. Il 4-3-3 prevede un attaccante, che nella Roma – ad oggi – non puಠche essere Dzeko. A Di Francesco serviva un esterno, Schick non é un esterno – lo ha detto anche lui – (Patrik Schick versione numero due) – ma puಠadattarsi e se non avesse avuto problemi magari lo avrebbe fatto, ma questo non possiamo saperlo.
LA TATTICA – Eusebio ha apprezzato queste dichiarazioni d’intenti e se l’attaccante ceco ci si mette con entusiasmo potrà anche disputare un finale di stagione all’altezza del suo talento. Ad esempio, sabato c’é il Bologna. Gioca Schick? E dove? Non é da escludere che, in vista del Barcellona, Di Francesco lo rilanci come centravanti al posto di Dzeko, oppure come esterno al posto dell’acciaccato Under. Sarebbero entrambi ruoli poco adatti a lui, ma come detto non possiamo pensare che a Bologna la Roma vada a giocare col 4-3-1-2 o col 4-4-2. In questa fase, dunque, starà al calciatore mostrare una maggiore spinta, l’anno prossimo si vedrà . E anche la società , insieme al calciatore, prenderanno la propria decisione. Ma ci sono margini per arrivare a un punto di incontro. Specialmente se ci si sofferma sulle sua dichiarazioni di colpa e di apertura. Un Patrik Schick – a quanto pare – lontano anni luce rispetto a quello dell’intervista a novembre alla rivista ceca («Il mio obiettivo in futuro é giocare nel Real, nel Barcellona o allo United»). Anni luce.