La Roma ieri ha passato il girone di Champions League qualificandosi agli ottavi di finale. Questa è l’unica buona notizia di ieri, tutto il resto purtroppo ha un sapore amaro e lascia dubbi e incognite per l’immediato futuro. Dopo il triplice fischio Rudi Garcia, pro domo sua, ha confermato che il passaggio agli ottavi è un grande risultato con un tono stizzito ma coerente con le sue ultime uscite. Ha esagerato invece, perdendo il senso della misura, nelle proprie dichiarazioni Pallotta che ha sparato a zero su tutto e tutti senza farsi capire realmente: parlava contro i media ed i giornalisti? Parlava contro i tifosi? Probabilmente era nervoso e basta ma, con il senno di poi, sarebbe stato meglio tacere visto che in questo modo c’è il grande rischio di creare spaccature tra i tifosi pro ed i tifosi contro, in un momento dove manca l’unione d’intenti era l’ultima mossa da fare.
Tornando al campo non si può nascondere che la Roma scesa in campo contro i bielorussi abbia regalato letteralmente un tempo, l’ennesimo di questa stagione, salvo poi ripartire con una marcia sostenuta nei primi 10 minuti della ripresa dove è stata sfortunata a non segnare. Il finale di gara invece, anche solo ripensarlo, è da batticuore; non si è giocato a calcio ma alla roulette russa. Schemi, idee e sangue freddo sono andate a farsi benedire, poteva segnare chiunque e per poco il colpaccio non lo facevano i bielorussi dove in due occasioni, clamorose a dire il vero, hanno sfiorato il vantaggio decisivo senza riuscirci prima una grazie ad un miracolo di Szczesny, poi grazie alla schiena di un calciatore del BATE sdraiato in area che ha murato un gol già fatto sulla linea. Al triplice fischio scene apocalittiche con tifosi scontenti pronti a subissare di fischi la squadra per la grande paura appena sventata, per una qualificazione ampiamente alla portata di mano ma raggiunta solo per un risultato favorevole sul campo di Leverkusen. E’ difficile da digerire ma la Roma non ha guadagnato la qualificazione sul campo, la Roma ha guadagnato la qualificazione grazie a dei tedeschi folli e sciuponi nell’altra partita alla BayArena. E se le cose fossero andate male, se Hernandez avesse buttato dentro quella palla non ci sarebbe stato nulla da obiettare, zero. Ma con i se ed i ma la storia non si fa, c’è il presente con una Roma ancora irriconoscibile che in campo non ha mostrato minimamente ciò che il proprio allenatore aveva dichiarato in conferenza, stessa identica cosa accaduta contro l’Atalanta e che avviene da troppe partite. Durante tutta la sfida contro il BATE i calciatori ed il tecnico sono stati sostenuti dai tifosi, sempre. Solamente dopo un primo tempo anonimo e dopo una partita indecorosa sono arrivati i fischi. All’ennesimo errore di Dzeko tutto lo stadio si è alzato per sostenere il bosniaco, affermare che i tifosi sono la parte negativa di questa situazione equivale a mettere la testa sotto la sabbia come gli struzzi. I tifosi fischiano e sono infuriati perché la Roma passa e vince (ultimamente poco) le proprie partite con il minimo sforzo e per fortuna a volte ci riesce, non per bravura. Non perché ci ha messo quella grinta e quella determinazione che afferma Garcia.
Alcuni dicono che è ingiusto parlar male della Roma altrimenti i nerazzurri dovrebbero criticare anche l’Inter di Mancini che vince spesso 1-0 giocando male, mai paragone può essere più sbagliato di questo. Il tecnico nerazzurro, oltre ad essere partito con l’obiettivo del terzo posto senza coppe europee, non ha materiali di prima qualità e tira fuori il meglio dalla propria formazione. Il massimo da giocatori buoni scartati da altre realtà come Ljajic, Biabiany, Felipe Melo e Medel senza contare che gioca senza un centravanti come Icardi totalmente abulico ed anonimo che vale sulla carta almeno mezza rosa. Se le aspettative della Roma sono alte, se la campagna acquisti è stata di un certo livello (seppur con delle lacune), se in un girone a rilento in casa hai una paura che ti sotterra e che ti fa tremare le gambe, dove il solo Szczesny ti ha salvato, allora è giusto essere delusi e protestare. A mente fredda è giusto essere soddisfatti del passaggio del turno ma i segnali che arrivano dalla società e dalla squadra restano inquietanti. E non perché agli ottavi “Arriva un’altra sveglia”, ma perché così sembra che la squadra viva alla giornata nonostante il grandissimo potenziale che ha e che è riconosciuto da tutti gli addetti ai lavori. Infine ripensando a ieri devo dire che mi sono sbagliato, le notizie buone sono due: il passaggio agli ottavi e che almeno stavolta il Vavra di turno non è arrivato.