Li abbiamo Scardinati

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Si dirà che è stato solo un buon allenamento; che la partita andava sospesa al quindicesimo del secondo tempo per manifesta inferiorità dei bulgari. Tuttavia, quando c’è da giustificare cotanto scarto, generalmente, le opzioni sono due: o una delle squadre è troppo debole, o l’altra è troppo forte.

Forse sono solo punti di vista, ma siamo in un periodo in cui tendiamo a colmare quel bicchiere mezzo pieno, sforzandoci di farlo traboccare quanto prima. Fortunatamente, ancora una volta, in quel bicchiere abbiamo un bel po’ di cose da mettere. Per esempio, le parate di Lobont. Se tre mesi fa avessimo ascoltato il telecronista di Mediaset raccontare dei tre grandi portieri della Roma, avremmo pensato fosse ubriaco. Ed invece è successo.

Nel bicchiere ci va di diritto la prestazione di Cerci. L’inizio nervoso, la difficoltà a trovare la posizione in campo, la scarsa concretezza, hanno fatto pensare ad un’atleta ai margini del discorso tattico; il colpo di coda, la reazione d’orgoglio, la doppietta finale, hanno rimesso tutto in discussione, anche le valutazioni di opportunità in ordine ad una cessione a gennaio.

Su un giocatore così si investe e ci si lavora. Nel bicchiere ci finisce il debutto dei primavera Pettinari e Scardina. In particolare, in merito al secondo, c’è da dire che quando esordisci in Europa a diciassette anni e realizzi la prima rete della tua carriera, sei un predestinato. Nel bicchiere mezzo pieno ci sta la considerazione che per la terza gara consecutiva non abbiamo subito goal; ci sta la consapevolezza che abbiamo stravinto, lasciando a casa giocatori del calibro di Totti, Vucinic, Menez, Mexes, Juan, Cassetti, Taddei, Doni. Ma allora perché il bicchiere ancora non rigurgita? Beh… Okaka, per esempio, ha deluso. Non si è ritrovato; ha fallito facili realizzazioni.

E’ lui la punta di peso di cui abbiamo bisogno? L’età è dalla sua parte, ma deve metterci qualcosa in più. Baptista, dal canto suo, è ormai il fantasma di se stesso. Se non è riuscito ad imporre la sua classe nemmeno contro avversari di quel livelli lì, il problema esiste e come. Ad ogni modo, considerando che la perfezione è un’utopia e che l’ottimismo è il profumo della vita, per ora va più che bene così. Del resto, di fronte alla bella prestazione di ieri, pensare di avere ancora margine di miglioramento non può che essere una bella notizia.

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