FORZA-ROMA.COM (Edoardo Marullo) I tempi sono cambiati. Non ci sono più dubbi. Oggi voglio mettere da parte il mio abituale stile “gonzo”, la Roma ha vinto e siamo tutti contenti, ci mancherebbe; oggi voglio provare a esporre quello che sempre più persone chiamano “la misteriosa malattia della Curva Sud”.
Perché non si canta più? Perché la mattina nella quale si apre la vendita libera dei biglietti per il derby, la mia ragazza può fare un biglietto di Curva Sud senza nessun tipo di fila, comodamente a mezzogiorno e mezza? Perché si percepisce nettamente che la Curva sta diventando un settore sempre più anarchico al proprio interno (senza organizzazione, senza ritmo, con gente comodamente seduta nella parte alta della Curva (!!!) e con gente che ti chiede conto del posto scritto sul proprio biglietto)?
Purtroppo, e mi duole affermarlo, credo che gli ultras romanisti si siano fatti fregare completamente dal pessimo ministro Maroni. Ci siamo imboccati con tutte le scarpe. Si, perché la tessera del tifoso è una cosa, ma il modo in cui i gruppi si sono fatti male da soli è un’altra. Ricapitoliamo velocemente la storia recente. Da inizio stagione la parola d’ordine è “Noi non ci tesseriamo!” e il risultato è stato che non sono stati rinnovati un cospicuo numero di abbonamenti . Allora si è provato a dire “Non vi abbonate in Curva Sud, non vogliamo tesserati qui!”… seeee, bonanotte, la gente se n’è giustamente sbattuta e questo utopico appello non è solo caduto nel vuoto, anzi ha agevolato il passaggio di una serie di personaggi e personaggini che avevano creato pseudo-gruppetti in settori più “sfigati” dello stadio (si, intendo quei quattro gatti che negli anni scorsi facevano la brigatina della Nord). In più molti altri hanno ragionato così: “Quest’anno, vedrai, con molti meno abbonati la Sud sarà più tranquilla (e c’avevano preso, cacchio!), quasi quasi mi abbono lì…”.
Ok, a questo punto inizia la stagione. C’è un sacco di gente nuova in Curva. Gente che non sa come dovrebbe funzionare il mondo della Curva. E i gruppi cosa fanno? Invece di capire che è il momento di presenziare e affermare la loro leadership battendo il territorio, facendosi vedere da tutta la Curva mentre guidano fieri il tifo romanista (nonostante tutto) e quindi educando il nuovo arrivato a tifare come deve tifare un ultras, inscenano la protesta dell’evacuazione dei settori.
Qualcuno mi dirà, “ma si deve protestare contro l’usurpazione della libertà personale”… a parte che anche su questo ci sarebbe da obiettare visto che quello che nessuno dei contestatori dice chiaramente è che il vero motivo della protesta verte sul divieto di avere la tessera per un periodo che si aggira sui 5 anni inflitto ai destinatari di DASPO… non è certo togliendo il disturbo che si fa vedere a uno che vorrebbe chiudere gli stadi (Maroni, ndr) che le sue decisioni sono sbagliate.
Ma non si tratta dell’unico errore. Infatti, nei momenti di crisi di inizio stagione, quando la Roma andava male, invece di sostenere la Roma si urlano coretti “Tifoso tesserato porti male” o “Io tifo più di te!”… Un modus operandi da geni del crimine se in verità si dovrebbe compattare una Curva per fargli capire che i gruppi rappresentano lo squillo della tromba e il resto della Curva la gran cassa.
Bene. Oggi mi ritrovo gente che si lamenta dicendo che “nunnè più la Sud de na vorta”, “ma te pare che nun c’è nessuno ar derby che fa la coreografia?”, “aò, oggi (ieri, ndr) nunnè manco piena sta curva!”… Mi dispiace ragazzi, rispondo io, ci siamo dati la zappa sui piedi da soli.
Scrivo quest’articolo e uso questi toni perché c’è ancora tempo per recuperare il vecchio spirito, c’è bisogno di una repentina presa di coscienza degli errori commessi e di una nuova consapevolezza di ciò che va fatto. Riportate i ragazzi a urlare coi megafoni sui cornicioni delle 4 uscite dei tunnel della Sud! Innalzate i nostri vessilli! Tifate la maglia!