Esordio amaro per Prandelli. Lasciarsi alle spalle un mondiale cosi tanto deludente non deve essere semplice. Ci si prova, magari rivoluzionando i convocati in nazionale, chiamando i grandi esclusi e lavorando su nuova mentalità. Prandelli è solo all’inizio ma la sua rivoluzione l’ha già cominciata. Era la prima, per il ct e per De Rossi capitano azzurro. Non è stata una vittoria, ma una prestazione a tratti convincente. Davanti i tre con i nomi più ripetuti nei giorni precedenti la partita: Cassano, Balotelli e Amauri, per il primo è un ritorno, per gli altri la prima volta. Gli azzurri ci mettono impegno e volontà ma, quando gli ivoriani avanzano, si evidenziano in modo preoccupante le incertezze del reparto difensivo. Le trame collaudate sfruttano spesso e volentieri i buchi lasciati colpevolmente dagli azzurri, pigri a tornare in difesa.
I primi 45 si chiudono sullo 0-0, la Cosa d’Avorio ha un gioco molto più collaudato, gli azzurri vivono di singole azioni. Nella ripresa stessi uomini in campo. Prandelli chiede più velocità e gli azzurri sembrano ascoltarlo. Al 47′ Motta di destro sfiora il gol dopo una bella azione personale. Ma è solo un fuoco di paglia. Al 55′, sugli sviluppo di un corner Kolo Tourè supera Chiellini e insacca sul primo palo il gol vittoria ivoriano.
Cesare Prandelli prova quindi a cambiare faccia all’Italia. La girandola dei cambi ( 6 a disposizione ) vende entrare: Borriello, Quagliarella, Rossi, Cassani, Marchisio e Montolivo, ed uscire Motta, Cassano, Balotelli, Pepe, Palombo e Amauri. Gli azzuri però hanno evidenti limiti tattici, e la sola volontà non basta a recuperare la partita.
Finisce con una sconfitta la “prima” di Cesare Prandelli ma, il nuovo ct della nazionale ha di che consolarsi, prima di lui anche Lippi aveva cominciato con un ko e poi, per un rivoluzione, ci vuole tempo e pazienza.