Cessione As Roma: scontro totale Italpetroli-Unicredit

(Il Messaggero) – Tempi duri per Italpetroli nella disputa con Unicredit. Scontro totale fra Italpetroli e Unicredit. La holding dei Sensi fa sapere di voler passare all’attacco con la richiesta di danni dalla banca guidata da Alessandro Profumo e smonta il castello giuridico alla base dell’atto di citazione con cui Unicredit vuol annullare il bilancio di Italpetroli. Pronta la risposta di piazza Cordusio, scritta sul filo del diritto con la quale viene confutato punto per punto l’accusa di Italpetroli. E la giornata era iniziata con un segnale distensivo di Unicredit che accogliendo l’apertura di Rosella Sensi di due giorni fa di voler pagare i debiti, ha fatto sapere di essere disposto a fissare tempi e modalità della vendita di asset in modo da restituire quanto dovuto.
Le parti ora si siederanno ad un tavolo solo per discutere l’eventuale cessione di asset per far rientrare Italpetroli, la controllante della As Roma, del proprio debito nei confronti di Piazza Cordusio. Le prime avvisaglie di rottura sono arrivate quando la presidente del club giallorosso, Rossella Sensi, ha convocato una conferenza stampa per ribadire che la citazione della banca di Alessandro Profumo «non è una sentenza», sottolineando poi che «siamo persone per bene e intendiamo onorare il debito», ovvero quei 325 milioni di passivo che Italpetroli deve rimborsare all’istituto milanese.
La risposta di Unicredit è arrivata ieri pomeriggio. «La situazione è semplice: esistono un creditore e un debitore. Se si vuole onorare il credito, noi ci aspettiamo proposte concrete di definizione di questa annosa vicenda, in relazione a tempi e modalità». Unicredit sta ancora attendendo il pagamento della prima tranche da 150 milioni. Si va verso la sospensione delle azioni giudiziarie? «Le azioni avviate non possono essere interrotte», ha fatto sapere Unicredit, in considerazione del fatto che l’apertura di un arbitrato non pregiudica o congela alcun tipo di azioni volta a recuperare il debito. Dopo le parole di Unicredit, è di nuovo intervenuta la Sensi, con un comunicato emesso da Italpetroli. Ha ribadito che «i decreti ingiuntivi sono stati rigettati». Nel tardo pomeriggio è arrivata, attraverso l’adnkronos, la notizia che tutti e tredici i decreti sono stati respinti. Quindi arriva anche la conferma che la Sensi chiederà a Unicredit i danni.
Anche in questo caso, la risposta di Unicredit, alla Sensi e alle indiscrezioni di stampa sui legali di Italpetroli, non si è fatta attendere: «Il Tribunale di Roma ha ritenuto di non poter entrare nel merito dei decreti ingiuntivi, avendo ritenuto sussistere la competenza del Collegio Arbitrale». Ovvero, una volta ricevuta da Italpetroli la richiesta di apertura di arbitrato, il giudice ha «ritenuto di dichiararsi incompetente» e lasciare la questione al lodo arbitrale, senza che questa decisione abbia «fatto venir meno alcun diritto alle ragioni di credito vantate dalla banca». Nominato per l’arbitrato l’avvocato Enrico Gabrielli, professore all’Università di Roma «Tor Vergata», Facoltà di Giurisprudenza, dipartimento di diritto e procedura civile.
Unicredit calca la mano: «le iniziative assunte e che saranno assunte in futuro costituiscono un doveroso esercizio dei propri diritti finalizzato a rientrare di una considerevole esposizione creditoria», anche perché in passato «l’istituto ha per lungo tempo ricercato soluzioni bonarie che, sfortunatamente, non hanno prodotto gli esiti sperati». Come a dire: abbiamo aspettato a lungo, ora basta. E la rottura dell’accordo di rinegoziazione del debito, prosegue ancora la banca, «non è un pretesto formale», ma nasce da una clausola di recesso prevista nel contratto stesso. E che presumibilmente sarà oggetto di contestazione anch’essa in sede di lodo arbitrale. Insomma, non finisce qui.

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