(LUCIANO SPALLETTI AL CEDIAL RACONG CUP 2009) – Luciano Spalletti questa sera ha fatto da testimonial alla Cedial Racing Cup 2009. L’ex allenatore della Roma è giunto intorno alle 21,00 ed ha rilasciato le seguenti dichiarazioni ai cronisti presenti: “Quanto è importante certi tipi di organizzazioni e promuovere il calcio giovanile. Manifestazioni del genere servono ad avere un futuro migliore e si mettono in pratica i valori del calcio. I bambini devono lanciare dei messaggi importanti, io sono partito dal settore giovanile ed ho ricevuto tantissimo. I bambini non devono vergognarsi di essere bambini, devono continuare a mantenere le loro qualità attraverso le loro idee e i loro modi di fare, noi grandi potremmo prendere da loro molti insegnamenti. Devono essere ambiziosi e avere voglia di arrivare, ma con calma senza cercare scorciatoie e rispettare avversari e tifosi. Devono stare insieme per divertirsi e uscire la sera tutti insieme per trasmettere quelli che sono i valori e le loro qualità. Stando attenti a tutto, fumando una sigaretta non si diventa bravi calciatori, c’è diffusa l’idea che fumare fa diventare grandi, ma è bella la foto con due ragazzi che si baciano sulla panchina mentre è brutta la foto di due ragazzi che fumano su una panchina. Bella l’immagine di 5 ragazzi che giocano a calcio in un parco, brutta l’immagine di 5 ragazzi che giocano a carte con i soldi veri davanti ad un bar. C’è il sistema diffuso di andare in discoteca e credere che per divertirsi serve avere il cervello spento. I comportamenti possono arrivare sbagliati anche dal calcio professionistico, gli interessi abbassano i comportamenti, si cercano delle scorciatoie per arrivare ai risultati. I bambini devono divertirsi a giocare a calcio, senza chiedergli di vincere. Quando allenavo le giovanili feci capitano chi aveva la pagella migliore, qualcuno venne a brontolare ma il capitano lo faceva chi era il più intelligente. Serve lealtà, intelligenza e comportamenti corretti. La beneficenza è fondamentale per dare la possibilità di avvicinarsi allo sport anche a quelli che non hanno la possibilità. Ci sono realtà dove non ci sono possibilità di avere un pallone. Tutti quelli che si impegnano devono dare un contributo importante per far crescere tutti”.
Si sente come una persona che ha abbandonato la nave? “Questo ci sono rimasto male, sono molto amareggiato. La Roma è una grande realtà, in questo momento qui ha bisogno di tranquillità e sul fatto di esserci o non esserci sulla nave ne riparleremo in un altro momento. Le dimissioni? La decisione l’ho presa adesso, voi non sapete i passaggi e non sapete i rapporti che ho costruito con questa città e quello che ho ricevuto. Io ho messo tutto me stesso qui, Andarmene a giugno sarebbe stato facile perché avrei potuto trovare altre squadre, ma volevo continuare con la Roma, ero volenteroso e volevo fare delle cose insieme come abbiamo fatto in questi quattro anni. Poi ci sono state delle cose che secondo me avevano bisogno di un comportamento che ridesse un po’ di slancio, ho ritenuto giusto fare così e vi ringrazio di tutto. Non ho novità sul futuro, cercherò ovviamente di sviluppare quella che è la mia professione. In futuro voglio fare il mio lavoro. Attualmente non ho segnali, ripeto. Sono rimasto amareggiato perché abbiamo passato tante situazioni insieme e perché a me sulla nave mi avevano invitato spesso”.