Che dire? Francesco Totti è il calcio. Uno dei pochi giocatori con un posto sulla poltrona più comoda dell’iperuranio delle leggende del calcio ad avere ancora la forza e la qualità di far parlare ancora di sé per le giocate in campo. Una leggenda vivente, che cammina, si allena, gioca e regala perle alla propria squadra.
Ieri non è stata la sua miglior prestazione, anzi, ma è tornato Totti e la Roma ha risolto il problema del gol. Non sappiamo in che modo, non sappiamo perché, nessuno sa spiegarlo, ma è così e qualcosa vorrà pur dire. E’ l’effetto “leggenda”, che nasce e muore nella persona di Francesco Totti, l’unico giocatore in grado di far giocare meglio anche i propri compagni, soltanto scendendo in campo. Questione di consapevolezza, forse, questione di poter contare, ancora, sul giocatore più decisivo e celebrato della storia Giallorossa.
Tornando al match: un gol, un lancio illuminante per Gervinho che poi serve l’assist a Destro, ma anche un errore marchiano a 30 m dalla porta della Roma, che ha permesso all’Udinese di riaprire una gara praticamente già vinta. Ovviamente non è al pieno delle energie, non è lucido e non aveva più di 50′ sulle gambe, e questo si è visto in diverse occasioni, ma l’effetto leggenda continua a fare la differenza. E questo è un dato di fatto.
Gestirlo, da qui fino alla fine, ed alternarlo con Ljajic per il ruolo di rifinitore, già da sabato, contro il Chievo, per permettergli di continuare a fare la differenza.
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