Solitamente la rubrica “la gara dei singoli” prevede l’analisi della gara di 4 giocatori, tra i migliori o tra i più rappresentativi, ma siamo sotto Natale e questa volta arriveremo a 5, perché proprio non se ne può fare a meno.
Adem Ljajic merita qualcosa in più. Costantemente sotto la lente d’ingrandimento, sempre con tutti gli occhi addosso ed una pressione pari a quella che gravava sulle spalle del Titano Atlante, secondo la mitologia greca. Da Ljajic ci aspettiamo tutti tanto e sempre di più; indubitabilmente le aspettative sono direttamente proporazionali al talento del ragazzo, che palla al piede può fare praticamente ciò che vuole, ma ci si scorda spesso che parliamo di un classe 1991, alla prima stagione in una grande squadra, con questo pubblico.
In assenza di Florenzi, è il giocatore al quale viene chiesto di ripiegare di più, mentre in assenza di Totti è il giocatore a cui è stato chiesto di venire incontro al pallone, per gestirlo e creare occasioni per i compagni. Ieri ha realizzato due assist, ma il suo continuo tornare indietro fino alla metà campo per raccogliere il pallone, anche nei momenti di stanca, è davvero apprezzabile, sempre perché parliamo di un giocatore giovane. Altri suoi coetanei cercano soltanto la porta, cosa da cui invece Ljajic ha accettato di allontanarsi per il bene della squadra. Gli manca il gol, si vede, ma è quasi commovente la sua propensione al sacrificio per la causa Giallorossa, per questo nuovo progetto di cui si sente protagonista.
Ieri altra ottima gara per lui, due assist e tanto lavoro. Può fare anche meglio, vero, forse lui ancora non conosce i confini del proprio talento. Non è un obiettivo facile da raggiungere, si pensi a Vucinic: l’attaccante della Juventus non ha mai preso coscienza delle proprie doti e possibilità, cosa che diceva sempre mister Spalletti, e non ha mai fatto il salto successivo.
Noi però, Adem, ti aspettiamo.
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