Luciano Spalletti nel corso della conferenza stampa alla vigilia di Roma-Siena risponde a qualche frecciatina lanciata da alcuni giornalisti sull’ambiente che vive attorno alla Roma, soprattutto se l’ambiente intorno abbia un pò messo un pò troppa pressione alla Roma di Spalletti, visti gli ultimi risultati ottenuti, e quindi sia stata un pò la causa di una possibile ingigantita di obiettivi.
“Molti no, perché io di tifosi ne incontro più di voi perché sono il diretto interessato e da quattro anni ho avuto la possibilità di parlare con molti di più di voi. Il messaggio è sempre lo stesso. Quando parlo di ambiente e ne ho parlato alla fine di un discorso mettendo in evidenza il calo di tensione, quello che ho sbagliato io, ho detto che la società mi dovrebbe ridimensionare il mio contratto in base alla prestazione che abbiamo fatto. Poi ho detto anche dell’ambiente. L’ambiente è il contesto in cui si lavora. L’ambiente sono gli addetti ai lavori. Io, la società, voi. I tifosi sono un’altra cosa. L’ho detto da quattro anni, ma c’è chi ci marcia sopra e cerca di metterci contro i tifosi. L’ambiente siamo noi. Cerco di semplificare: siamo andati a Napoli in un momento delicato, particolare, una gara importante per la scalata intrapresa al punto della classifica in cui eravamo arrivati, e tutti si è parlato di quella partita con estrema importanza. Si è andati lì e si è fatto bene. Col Genoa, partita di estrema importanza si è messo gli occhi sull’interesse per quella partita lì. Si va a Bergamo e tutti si parla di superare la Juventus. Tutti. Senza prendere atto della qualità della squadra di Del Neri, senza prendere atto di quello che aveva fatto in casa questa squadra, e si è calpestato delle situazioni. Credo sia importante avere una proiezione futura importante, una proiezione di classifica importante, ambizioni di vincere sì, ma bisogna guardare al giornaliero. Non parlare di arrivare secondi e poi perdere di vista quello che si deve affrontare giornalmente. Giornalmente è l’Atalanta, il Siena…”.
Questo è stato fatto?
“Come no. Anche noi. C’è un’intervista che riguarda i giocatori, una la società. Anche io ho detto che bisogna guardare più in alto, ma è anche una provocazione, prima bisogna sviluppare il quotidiano. Prima si arriva a una meta poi si cerca uno stimolo per raggiungere quella successiva. Prima eravamo caduti un po’ in basso per le nostre possibilità. Allora bisogna passare sopra a qualcosa per riproporsi una classifica importante. Ora abbiamo riproposto una classifica importante, ma ci sono squadre che si sono create uno spazio importante all’interno della classifica. Dire che noi si deve arrivare secondi prima di andare a giocare con l’Atalanta è sbagliato. Si perde l’aderenza col terreno. E quando si perde l’aderenza col terreno è meglio mettersi i sassini in tasca sennò si vola alti e si battono i denti. È sempre stato così nel calcio. Sempre. Per cui l’ambiente è quello che riguarda noi. Sennò poi i tifosi ci contestano, loro pagano il biglietto. Io ho parlato di identificazione con l’ambiente, e se c’è entusiasmo questo ti arriva anche nello spogliatoio, in ufficio. È diverso quello a cui volevo alludere, e mi sembra di averlo spiegato bene”.