Nicolas Burdisso ha rilasciato una lunga intervista alla rivista argentina “El Grafico”. Ecco la parte riguardante la Roma e il suo infortunio:
Totti e le sue parole per me?
Totti a Roma è un mito, è come il Papa, la gente è devota a lui. In questi anni al suo fianco ho conosciuto la persona Totti, un leader in grado di esprimere sempre parole di elogio per i suoi compagni.
Sull’infortunio subito contro la Colombia:
Ricordo bene il momento dell’infortunio e soprattutto il forte dolore che ho subito avvertito. Mi hanno dovuto dare un calmante negli spogliatoi per controllare. Sapevo che era un infortunio grave, il ginocchio si è letteralmente girato. Mi sono rotto il legamento crociato posteriore, i due menischi, il legamento collaterale interno ed ho rimediato una frattura al piatto tibiale. Un ‘combo’ completo. Come mi hanno detto i miei compagni Heinze e Samuel, in momenti del genere all’inizio di chiamano e ti salutano tutti, poi ti operi e le tre settimane seguenti non ti puoi muovere e non puoi fare niente, questo è il momento peggiore in assoluto. Fino al 20 gennaio non potevo appoggiare il piede sinistra in terra, adesso invece riesco a piegare il ginocchio, ed il 20 spero di tornare a camminare e recuperare autonomia. Spero di poter fare tutta la preparazione con la squadra.
Il miglior allenatore avuto?
“Bianchi, per molti motivi. Principalmente l’aspetto psicologico: ti motivava, si rapportava con te e ti diceva sempre cosa fare in ogni momento, ti faceva sentire parte di un gruppo. Sapeva entrare nella testa dei giocatori e quello che ho visto in Bianchi non l’ho visto più in nessun altro”.
Sul rapporto col fratello, col quale ha giocato brevemente assieme a Roma:
“Io e mio fratello ci siamo incontrati nuovamente qui a Roma, mi è piaciuto allenarmi con lui e giocare assieme a lui. Per lui certamente non è facile crescere nell’ombra mia, avendo giocato e vinto col Boca. Guillermo era arrivato in prestito per un anno ed è stato un anno difficile per il club: non c’era presidente, la società era in vendita, tutto il contrario di ora. Ora sta dimostrando il suo valore”.
Su Eric Lamela:
“Mi ha sorpreso, prima di tutto come persona, perché è un ragazzo che ha voglia di imparare. Ascolta ed osserva, con pazienza, è uno tranquillo. Come giocatore invece lo vedo come uno dei migliori per l’Argentina dei prossimi anni. Gli scontri nello spogliatoio con Osvaldo? Queste cose in Italia sono normali ed escono sempre fuori, in Argentina non se ne parla”.
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