Dispiace dirlo, ma portare gli americani a Roma è stato come offrire internet ad una comunità che ancora si avvale del telegrafo. Più ci si immerge nel dibattito post closing, più lo scenario assomiglia ad un paesaggio rurale anni ‘60, dove le comari, sedute fuori ai portoni, si dimenano nel pettegolezzo, alimentando il mormorio del borgo in subbuglio. E’ l’atteggiamento tipico di chi sente additata la propria limitatezza. Sembra quasi paura di perdere la propria funzione “sociale”. Del resto, ognuno ha una funzione “sociale” in un contesto cristallizzato da anni di immobilismo, per cui c’è sempre sospetto di fronte al rischio che determinati equilibri vengano violati. Ma la paura è degli inetti. I marpioni difendono il loro dominio perché così conservano il loro governo. Fatto sta che le comari hanno cominciato a pettegolare, inducendo i popolani ad impugnare i forconi, mentre i furbi fanno proseliti. Del resto perché cambiare sistema se in quel sistema ognuno ha la sua dimensione? “…Dicono che sostituiranno la pubblicità in televisione. Non vedremo più la statua di Totti portata in processione, bensì la sua testa adagiata sulla strada, mentre un soldato in mimetica la calpesta sventolando una bandiera americana… Vogliono farci credere che il Capitano sia affetto da un male incurabile…Loro la chiamano pigrizia…E se fosse vero? E se fosse contagiosa?…”. Signori miei: la pigrizia non è un male incurabile, ma di certo è contagiosa ed ha già permeato l’animo di tutti quelli che blindano la loro beneamata normalità, demonizzando un’offerta concreta di progresso. La pigrizia non è fisica, ma rigorosamente mentale. E’ nella testa di chi per indole o per calcolo rifiuta di investire risolutezza per ottenere miglioria, offrendo sistematicamente la schiena al Bruto di turno. Chi decanta il Capitano quale simbolo della romanità tradita è semplicemente schiavo della medesima indolenza. Solo se si è liberi da pregiudizievoli orpelli si percepisce quanto sormontabile sia il problema Totti e quanto becero sia strumentalizzarlo. Peccato che i ravveduti si annidino fra i silenti. Intanto le comari continuano a pettegolare, mentre i furbi fanno proseliti.
