Con il dovuto rispetto, mi rifaccio al titolo del film di Sabina Guzzanti, Draquila: l’Italia che trema.
Inutile prenderci in giro: la rosa della Roma sembra esser stata fatta perchè ci fossero le possibilità per veder esplodere piccole liti ogni giorno. Partiamo dalla porta: Julio Sergio, Lobont e Doni. Il terzo ha lo stipendio di un titolare, ma è l’ultima delle riserve. Il secondo è stato riscattato, alla faccia del portiere brasiliano. Il primo, dopo tre anni di panchina, è diventato il portiere titolare. Il risultato? Tutti e tre, partono con le premesse di voler e poter giocare titolari. In difesa? C’è un titolare fisso e due giocatori, i quali: uno è stato pagato 8 milioni, alla faccia del secondo che ha ricevuto la proposta di rinnovo ad un anno dal termine di quello vecchio, nonostante guadagni quanto un “big”. Sulla fascia destra c’è una situazione disastrosa: c’è un titolare da più di 3 anni che, nonostante qualche partita sottotono, continua ad essere un punto fermo. Prima di Spalletti, poi di Ranieri. Ci sono poi, due giocatori che sono stati uno premiato e l’altro punito per aver, rispettivamente, criticato la Roma e il tecnico dal Brasile e per aver sbagliato due uscite, nonostante avesse 23 anni e nonostante gli fosse stato promesso, per convincerlo a venire a Roma (e non a giocare a Siena), di giocare molte partite. A centrocampo la situazione è meno disgraziata, ma abbiamo comunque 8 giocatori, RIPETO 8, a giocarsi 3 o 4 posti a seconda della decisione del mister. Il problema? Almeno 5 di questi giocatori hanno uno stipendio da “big”. In attacco c’è una giovane stella in procinto di esplodere definitivamente, un Genio che ha tempi e modi tutti suoi, una leggenda vivente, recordman assoluto giallorosso, che non perderebbe il diritto al posto da titolare nemmeno a 49 anni e con una gamba sola, un giovane di belle speranze adulato e convinto a restare con promesse che non saranno mantenute, una scommessa, che nonostante gli sforzi della dirigenza, suoi e del pubblico per farlo tornare quello di prima, ha già trovato un accordo con il Corinthians e, per finire, il bomber della squadra, che è arrivato nelle ultime ore della squadra, ma ha conquistato il posto da titolare a suon di gol e ottime prestazioni. Lui, assolutamente, non può essere messo in panchina. E gli animi si scaldano: le punte, per Ranieri, possono essere al massimo due. Chi scegliere? Il turnover di cui parla Ranieri non è effettivo, non del tutto. Di che cosa vogliamo parlare?
E’ normale che i giornalisti si scatenino nella caccia alla causa, al capro espriatorio, al “caso” con una situazione come questa. Non ci lamentiamo, bisognava pensarci prima. Ranieri e compagnia bella stanno facendo di tutto per calmare gli animi, ma la rosa non si presta nè alla tranquillità, nè alla pace.
Non sono fazioso, nè malizioso: non ne avrei motivo. La squadra è nervosa? Lo è, inevitabilmente.