“Per fessi voi non ci pigliate”. L’Inter ieri ha perso l’occasione di allungare in maniera siderale verso le inseguitrici. “Non prendiamoci in giro”. L’Inter di Mourinho ha perso una grandissima palla-break, quello del più 11 sulla Roma. Ho impresse le parole di Beppe Bergomi alla fine della gara Fiorentina-Roma: “L’Inter vincendo a Parma chiude il discorso scudetto”. L’Inter non ha vinto, per propri demeriti e soprattutto non è stata capace di vincere contro un Parma rimasto in dieci per la seconda metà della ripresa. Cosa aggiungere? La faziosità di una televisione becera che non ha il coraggio di dire le cose come stanno: i nerazzurri hanno steccato, punto e basta! Il ragionamento non è per nulla rivolto alla grande rincorsa della Roma, è difficile ed improponibile allo stato attuale nonostante i diciannove risultati consecutivi, il discorso è un altro e ben conosciuto da un’Italia che è sempre dalla parte della prepotenza. Se togliamo al calcio il gusto della speranza, del sogno, dell’aggancio, scusate ma che ci stiamo a fare? Perchè paghiamo fior di abbonamenti televisivi? Molliamo tutto ed affidiamo già da adesso lo scudetto all’Inter che ha un grande vantaggio ma che ha pareggiato a Parma, squadra che non vince da due mesi. Quindi è un fatto scontato che non le vinca tutte. Il risultato di ieri sera la dice lunga sul grado di difficoltà del campionato italiano, al di là di quello che dice Capello, che forse avrebbe ragione se avesse ribadito un concetto molto più congeniale al contesto che viviamo, troppe incoronazioni, trasmissioni e carta stampata di parte che ha stufato, il grande male del calcio italiano, è proprio lì. Come disse un giorno il nostro grande ex Spalletti: “A Roma non ci piace facce cojonà”.