Gazzetta dello Sport, D. Stoppini
Un sabato Bruno Pesaola, allenatore del Bologna, promise che a Bergamo la sua squadra avrebbe fatto una partita tutta d’attacco. Andಠal contrario, catenaccio e contropiede. Tanto che poi, al tecnico, fu chiesto conto delle dichiarazioni del giorno prima: «Come mai non abbiamo attaccato? L’Atalanta mi ha rubato la idea…». Storia del calcio che Eusebio Di Francesco s’é messo in testa di riscrivere. E ci vuole un cuore grande cosa, o forse un rispetto enorme delle proprie idee, per prendere una strada diversa rispetto a Josà© Mourinho, l’uomo che il Camp Nou, il triplete, il pullman, la filosofia del prima distruggo e poi, semmai, costruisco. L’allenatore della Roma s’é preso un rischio, ma per chi ha imparato un po’ a conoscere il suo pensiero, non c’é molto da sorprendersi. «Non andrಠal Camp Nou con le stesse idee tattiche di Mourinho – ha detto il tecnico a Coverciano, in occasione del premio “Panchina d’oro†–. Non tradiremo la nostra identità di gioco, neppure la. Ovviamente il Barà§a é una grande squadra e potrà obbligarci ad abbassare il nostro baricentro. Ma noi cercheremo di contrattaccare, non faremo una gara di sola attesa».
CONTRO I NUMERI – Il ragionamento di Di Francesco é logico, se poi sarà vincente é tutto da dimostrare. Ma in fondo non c’é una ricetta perfetta per affrontare Messi, tanto vale seguire la linea che ha portato la Roma a perdere solo tre volte in tutta la stagione in trasferta, di cui appena una con conseguenze dirette per la classifica (a Torino contro la Juventus, le altre due con Atletico e Shakhtar in Europa sono state cancellate dai risultati successivi). Di fronte c’é una squadra che in Champions al Camp Nou ha un curriculum stagionale da 11 gol fatti e appena uno subito (al 90′ dall’Olympiacos) e in Liga ha incassato appena 6 reti in casa. «Servirà una partita di grandissima autorità – ancora DiFra –. Messi? àˆ un fenomeno, lo affronteremo con rispetto, ma senza paura. Per lui non esiste una marcatura a uomo, ma di sicuro avremo una particolare attenzione. In ogni caso, questa vetrina ce la siamo conquistata e ne andiamo orgogliosi». E con un pizzico di convinzione data dai parametri fisici della squadra, che prima della sosta erano pienamente soddisfacenti. Oggi Di Francesco é un tecnico sereno, perchà© ha superato con la forza delle idee il periodo negativo: «La crescita é stata nella testa e poi nelle gambe dei calciatori» ha aggiunto. Questi sono i suoi giorni: sabato a Bologna dovrà sconfiggere anche il figlio Federico, mercoleda al Camp Nou l’avversario sarà (anche) il collega Ernesto Valverde, già sconfitto col Sassuolo. «In campionato avrei voluto qualche punto in pià¹, ora pensiamo al terzo posto: é un obiettivo importante, anche se non lo considererei alla pari di uno scudetto».
FLORENZI E UNDER – A Barcellona un osservato speciale sarà Under: «So che il Barà§a lo segue», ha fatto sapere il d.s. Monchi. Pi๠o meno come la Juventus monitora Florenzi: «Szczesny gli consiglia di andare a Torino? Puಠdire quello che vuole, noi Alessandro ce lo teniamo stretto». Cosa sentenziಠEusebio, l’uomo che non vuole farsi rubare l’idea.