La Roma con Toni è più forte di una Roma senza Toni. Come dire: meglio avercelo… Anche perché non credo che un giocatore in più possa arrecare danno, anziché beneficio. Io che sono un semplice tifoso, ho dovuto riflettere qualche ora ed assistere all’amichevole con la Cisco, prima di trarre una conclusione del genere, pagando tutto il mio scetticismo e la mia incompetenza. Ma voi pensate davvero che un intenditore di calcio come Spalletti abbia potuto inciampare sulla più ovvia delle valutazioni? Due sono, allora, le ipotesi: o la stampa non sa più cosa inventarsi, pur di cavalcare l’onda favorevole di questi giorni e salire sul carro del vincitore; o le valutazioni dell’allenatore di Certaldo sono andate ben oltre le banalità del sottoscritto. Premetto la mia avversione per chi è dedito ad imbucarsi ai ricevimenti, ma non disdegna lo sputo nel piatto dove aspira a mangiare. La società, quanto meno, ha pagato il prezzo della contestazione ed è giusto che ora rivendichi meriti. I vassalli, invece, si barcamenano tra l’adorazione e la rivoluzione, in base al soffiare del vento. Del resto, in piena onestà, non mi sembra sia occorsa tutta questa maestria per piazzare il colpo Toni: un prestito di sei mesi, senza diritto di riscatto, peraltro, con un costo complessivo abbastanza importante. Proprio questo alimenta la mia ostilità nei confronti di chi osanna i Sensi solo perché Angelini non tira più. E poco importa se per farlo occorre rinnegare il più romanista fra gli allenatori che siano passati da queste parti. Colpa di Spalletti se Toni non è arrivato prima. Supponiamo sia vero e prendiamo in considerazione la seconda delle ipotesi sopra formulate. Toni alla Roma impone delle scelte tecnico-tattiche ben precise. Totti, Vucinic, Baptista, Menez, Okaka, Cerci, Guberti e appunto l’ariete modenese. Qualcuno è di troppo. La Roma con Toni è senz’altro più forte, purché l’assetto generale rimanga invariato ed il neoattaccante giallorosso diventi una sorta di lusso da grande squadra. Ma come cambierebbero le nostre valutazioni di fronte ad una cessione eccellente? Penso a Baptista, ma potrei sbilanciarmi e dire Vucinic. Cosa scriverebbero gli odierni adulatori, se l’eventuale sacrificio, agevolato dall’innesto dell’attaccante ex Bayern, fosse destinato a puntellare il bilancio e non la squadra? All’esito, avremmo una Roma rinforzata o indebolita? Io non credo che Spalletti abbia rifiutato Toni, ma se davvero le cose fossero andate così, di certo il motivo non va ricercato in una presunta ripicca, quanto, piuttosto, nella dimensione globale di un’operazione che è ancora tutta da sviluppare.