La conferenza stampa di Morgan De Sanctis.
DA SCUDETTO?
È un piacere prendersi questa responsabilità. Condivido il pensiero di qualche mio compagno di squadra: tutto passa per il campo, ma non soltanto la domenica, perchè serve prepararsi al meglio durante tutti i momenti comuni negli allenamenti. Dobbiamo capire che ci vuole uno sforzo collettivo importante assieme a una grandissima umiltà. La società in questo momento ha fatto un ottimo lavoro, come le è stato già riconosciuto. Attendiamo la chiusura del mercato del 2 settembre, ma al momento abbiamo una squadra che a livello di qualità e quantità potrà permettersi di dire la sua nelle tre competizioni che disputeremo.
CALCIO ITALIANO
Il calcio italiano vive un momento di esportazione dei calciatori, ma per quel che riguarda noi non possiamo far altro che far bene il nostro lavoro sul campo. Benatia da quando è iniziata la stagione ha fatto tutto con la massima disponibilità e il massimo impegno. Si sta comportando da professionista esemplare. Non è cambiato rispetto al calciatore dell’anno scorso, che è stato sia un punto di forza in campo sia nello spogliatoio. È chiaro che perdere uno come lui potrebbe essere una cosa negativa, ma ci sono delle situazioni che prevedono dei sacrifici e non sempre sono a perdere: spesso ci si guadagna anche. Pensiamo pensare a quello che è successo l’anno scorso quando in questa piazza si piangevano le partenze di grandi giocatori e ne sono arrivati altri non esaltati all’inizio, ma funzionali al progetto Roma. E alla fine abbiamo fatto una grande stagione.
FIGC
Tavecchio? Fino a prima le elezioni di ieri pensavo che Albertini potesse essere la soluzione ideale in un momento delicatissimo del nostro calcio, in fase di rinnovamento. Siccome il mio candidato ideale non ha raggiunto la quota per diventare presidente, il mio auspicio migliore è che Tavecchio possa avere un sussulto di orgoglio e di competitività per poter fare il presidente della Federazione, dato che non è riconosciuto come innovatore. Mi augurerei che venissero lasciati da parte gli interessi di parte in favore di quelli collettivi. Se non dovesse succedere con questa presidenza Tavecchio nei prossimi due anni e mezzo, spero che possa accadere in futuro.
FUTURO
Mi rendo conto che gli anni passano e che non potrò giocare per sempre e la volontà di chiudere la mia carriera con un trionfo c’è assolutamente. La società sta impostando il lavoro con giocatori esperti, ma i tifosi possono essere tranquilli: c’è un futuro importante che permetterà alla Roma di essere sempre competitiva. Per poter vincere, però, sarebbe auspicabile non trovare il prossimo anno davanti a noi una squadra che faccia più di 100 punti.
MADE IN USA
La presenza degli americani è una cosa che giudico positivamente: la Società è proiettata al futuro e sta facendo cose davvero innovative. Il fatto che la Roma sia al 100% americana è sicuramente un bene. Spero che il calcio italiano non faccia da ostacolo a questa voglia che hanno i nostri proprietari di coniugare il modo di fare lo sport americano con la passione italiana.
IN RIPRESA
Le mie condizioni? Sono buone, mi sono operato il 21 maggio con una prognosi di 90 giorni e da oggi sono già con la squadra. Sono al 100% a disposizione del mister.
UMILTA’
Quando le cose si fanno con sentimento vengono bene. L’anno scorso bisognava garantire qualcosa che i tifosi non vedevano più nella squadra e bisognava prendersi anche delle responsabilità in questo senso. Quest’anno dobbiamo parlare di umiltà e vogliamo fare in modo che sia foriera di grandi risultati. Le mie energie ora sono concentrate esclusivamente sulla Roma. Questa sarà una stagione ad alta intensità, quando ci sono più impegno servono anche più energie. Sono concentrato per fare in modo che tutto quello che succederà da oggi alla fine del campionato sia fatto bene.
EMOZIONE
La mia emozione più grande? Spero che sia quella che riusciremo a conquistare quest’anno. La nostra squadra è costruita per vincere e mi auguro che questa sia la stagione giusta.
GRUPPO
Ci saranno sei partite in più almeno fino a dicembre con la Champions, la rosa è stata allargata e io sul valore emotivo della squadra ci credo moltissimo. Questo è il frutto di un lavoro di gruppo che ha fatto l’allenatore l’anno scorso. La mentalità si costruisce insieme giorno dopo giorno. Sono molto ottimista e molto ambizioso e credo che questa squadra abbia tutte le carte in regola per fare bene. Servono umiltà, concentrazione e sacrifici: da lì nascono tutti i segreti del successo.
LOTTA AL VERTICE
La Juventus resta la squadra più forte, ha una rosa che ha fatto 102 punti in campionato: tutti parlano del cambio di allenatore ma io non ci credo tanto perché secondo me valgono molto i giocatori che scendono in campo. Ne conosco tanti dei loro: ne apprezzo le qualità tecniche e morali. Pensare, però, che possano ripetersi facendo più di 100 punti la vedo più difficile come condizione. La società sta facendo un buon lavoro e noi abbiamo la voglia di buttarci nella prima partita di campionato. La pressione l’anno scorso è salita, perché dopo la terza-quarta partita di fila cominciava a farsi sentire. Secondo me la squadra nella passata stagione ha fatto il miglior campionato possibile e la condizione che non ci ha permesso di vincere è che qualcun altro lo ha fatto meglio di noi per una serie di motivi e meriti.
PATTO
Il patto di fine stagione non è una ricostruzione fedele, tutti ci rendiamo conto della possibilità di vincere con la Roma in questa città, questa è una riflessione che tutti facciamo singolarmente e spesso ci capita di ripeterci, lo facciamo in continuazione, non riguarda necessariamente i calciatori più esperti, ma anche i più giovani. La Roma non è abituata a vincere, quando non si vince ci sono delle difficoltà ma quando si vince ci sono delle soddisfazioni diverse a certi altri contesti. I calciatori hanno intelligenza e sensibilità per capire che quella di vincere è una bella opportunità per tutti. Il grande professionista è quello che rispetta i propri tifosi, si impegna e fa il suo lavoro.
RASSICURAZIONI
I tifosi li rassicuro dando il massimo per la mia squadra, indipendentemente da quello che sono i miei compagni. Non possiamo pensare che l’eventuale partenza di un giocatore possa condizionare la stagione di una squadra. Potrei fare mille esempi: la partenza di Ibrahimovic al Barcellona, con la quale l’Inter in quel momento fece anche una plusvalenza. I calciatori devono dimostrare ai dirigenti che le scelte fatte, sul campo, sono giuste.
ITALIA
Io la mia idea precisa sul sistema calcio in italia che non si scosta minimamente da quella dell’Italia Paese. Durante la stagione ci saranno alcune situazioni e se verranno gestite bene da tutti vorrà dire che avremo fatto un bel campionato e avvincente che, come accade quasi sempre, sarà vinto dal migliore.
(AsRoma.it)
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