La redazione di Forza-Roma.com vi propone quanto pubblicato pubblicato dal Messaggero riguardo la vicenda della vendita della As Roma al gruppo di Vinicio Fioranelli. Il quotidiano romano ribadisce che la giornata di oggi sancirà la fine della trattativa.
Il Messaggero – Siamo all’ultima puntata della telenovela della Roma calcio. Rosella Sensi spera che entro oggi Vinicio Fioranelli produca quella garanzia che manca a sostegno dell’offerta da 300 milioni. Ma per le banche coinvolte, Mediobanca e Unicredit – più la seconda della prima – è poco più di un’illusione. E stasera, se non si materializzasse la garanzia necessaria per formalizzare l’operazione Italpetroli, dopo aver ufficializzato al mercato la chiusura del negoziato con Fioranelli, dovrebbe affidare a Mediobanca il mandato irrevocabile a vendere il club giallorosso, imposto da Unicredit, praticamente definito. Manca solo la fissazione di un prezzo base dell’asta che sarebbe però, di molto più basso – circa 220 milioni – rispetto a quello promesso dal patron della Fio Sport Group: 201 milioni per rilevare il 67% dei Sensi e circa 100 per finanziare l’opa. Ecco perchè la famiglia Sensi, proprietaria al 51% della Italpetroli punta ancora sull’agente della Fifa col quale ieri ci sarebbero stati contatti gestiti da piazzetta Cuccia che non avrebbero prodotto risultati concreti diversi dalla promessa che la garanzia sull’esistenza dei soldi ci sarebbe. E potrebbe arrivare in tempo utile per permettere a una banca di Zurigo di rilasciare a Mediobanca una lettera di garanzia a fronte del finanziamento a Fio dei 300 milioni. Per accollarsi l’onere di obbligarsi in solido come dicono i giuristi, cioè congiuntamente a Fioranelli nel restituire il prestito a Mediobanca, l’istituto svizzero attenderebbe a sua volta, una ”prova” che la cordata di acquirenti abbia i soldi. E sembra che i fondi girino attraverso stati esteri. In questo clima di attesa ma soprattutto di incertezza, nella serata di ieri si sono sparse le indiscrezioni prima di un comunicato di Fioranelli e poi della Italpetroli non meglio precisati. Oggi in mattinata tra l’altro sono in programma l’esecutivo e il consiglio di Mediobanca convocati da tempo per esaminare il preconsuntivo 2008-2009. Lo scetticismo sempre più crescente sulle possibilità di Fioranelli ha indotto i legali dei Sensi e di Unicredit, con la regia della banca d’affari, di mettere a punto l’incarico per procedere alla cessione. Stasera infatti scade il termine ultimo per attribuire il mandato in esecuzione della presa di posizione forte di Unicredit che ha messo in mora la Italpetroli per l’inadempienza nel rimborso dei 400 milioni debiti, dei quali oltre 300 – compresi gli interessi – con piazza Cordusio e gli altri nei confronti di Mps. Unicredit, in assenza di una procedura d’asta, avrebbe già fatto sapere alla controparte di attendere fino a stasera, non oltre: altrimenti agirà in giudizio davanti al giudice civile con la richiesta di nominare un curatore sul 51% del gruppo. E questa mossa significherebbe la cessione di tutti gli asset della Italpetroli – quindi non solo la Roma – fino al completo pagamento di tutti i debiti. Ma l’istituto guidato da Alessandro Profumo ritiene che non si arriverà alle carte bollate. Per queste ragioni sarebbe disponibile a fare concessioni all’interno del mandato a vendere, evitando di introdurre troppe clausole nelle modalità di svolgimento dell’asta. E a concedere ”sconti” sul debito residuo di Italpetroli, dopo il ristoro del proprio credito coi soldi della cessione della società giallorossa. L’ammontare dello ”sconto” dipenderà anche dai tempi attraverso i quali Italpetroli intende saldare tutte le pendenze. Soprattutto Unicredit avrebbe accettato di completare l’ultima casella rimasta vuota del mandato a Mediobanca, quella che indica il prezzo da cui partire per valutare le offerte. Un prezzo che a prescindere dalla flessibilità della banca, non potrà mai raggiungere la cifra-record dei 300 milioni promessi da Fioranelli. Più elevata anche rispetto ai 284 messi sul piatto oltre un anno fa da George Soros e rifiutati dalle Sensi. Ma a questo punto della telenovela, gli spazi di manovra della famiglia sono davvero strettissimi.